Il capolavoro di Nicola Pugliese torna in libreria. "Malacqua" riedito da Tullio Pironti

Nel corso dello scorso mese si è ralizzato il “miracolo letterario” atteso da ben ventisei anni. A dir poco travagliata e ancora incomprensibile la vicenda di uno dei romanzi che nel secondo Novecento ha raccontato di una Napoli scevra dalla canonica visione incantata e fintamente ammirata. Non è la città descritta da Anna Maria Ortese l’assoluta protagonista di “Malacqua“, che  fu pubblicato da Einaudi nel 1977. L’autore era Nicola Pugliese, giornalista nato a Milano, ma che visse per tutta la sua vita nel capoluogo partenopeo, della quale ha dipinto nel suo capolavoro un quadro al contempo angosciante e impressionante, in quanto vero e illuminante.L’attesa di un Accadimento è al centro di “Malacqua”, un accadimento di cui i napoletani non fanno che essere perennemente in attesa. Sullo sfondo di questa attesa una pioggia incessante che inonda la città per quattro lunghi giorni, sortendo un’atmosfera definita dai critici “kafkiana” da cui il lettore è rapito e sedotto.
L’Einaudi, benché le copie della prima edizione del ’77 furono esaurite in poco, non rieditò mai quello che ad oggi è considerato il romanzo che, assieme al magistrale “Ferito a Morte” di La Capria, ha saputo rompere gli schemi e le incrostazioni letterarie e culturali che asfissiavano la città di Napoli.
Le pochissime copie del romanzo, spesso addirittura in fotocopia, hanno circolato per decenni tra i bibliofili e i lettori più forti, che mai hanno dato tregua alla loro ricerca del capolavoro tra le bancarelle dei Decumani.
E oggi, allora, non si può che parlare di “miracolo”: Nicola Pugliese ci ha lasciati lo scorso anno, ma non prima di concedere all’editore Tullio Pironti i diritti di riedizione di “Malacqua”. A maggio 2013 il romanzo è così tornato tra gli scaffali dei librai napoletani e non.
Ma niente può descrivere meglio l’entusiasmo per uno degli eventi letterari dell’anno se non le stesse parole dell’editore Pironti:
“È per me motivo di vanto e soddisfazione poter annoverare questo titolo nel mio catalogo. Confesso che ancora oggi mi domando come sia stato possibile, come sia accaduto che Nicola Pugliese abbia chiesto a suo fratello Armando e a sua figlia Alessandra di affidarmi la riedizione del suo splendido romanzo, rifiutando grandi editori che volevano ristampare la sua opera. Quale mistero si lega a questa sua decisione? È un mese ormai che continuo a pensarci. Posso provare ad azzardare una mia ipotesi a riguardo, facendo presente tuttavia che è solo una mia idea: “Malacqua”, uscito negli anni Settanta, si esaurì in breve tempo, come è noto. Credo che Nicola, violentando il suo orgoglio, chiese a Einaudi di ristamparlo; ristampa che, come pure è noto, non ci è mai stata. Da qui, posso presumere, la sua delusione verso la grande editoria e la sua decisione di ripubblicare con me”.
C. S.