Due libri per descrivere le realtà multiculturali

La multiculturalità è il tema centrale di due romanzi che, scritti a distanza di più di dieci anni, descrivono, attraverso punti di vista differenti, un tema e un termine entrati ormai a far parte del nostro vocabolario quotidiano. Riflessione ancora più valida se si guarda a uno Stato come la Francia, da decenni popolato da arabi e maghrebini. La letteratura può, in questo senso, essere un valido strumento di analisi e riflessione di una società in evoluzione.
 
Scritto da Ben Jelloun nel 1991, il primo romanzo è intitolato “A occhi bassi”. Al centro la vita di una pastorella berbera e della sua evoluzione culturale non appena, all’età di undici anni, viene a contatto con la Parigi degli anni Settanta. La storia nasconde una tensione tutta individuale tra l’anima ormai europea e cosmopolita e l’identità culturale originaria, dai contorni magici.

Il secondo romanzo, da poco pubblicato da Mondadori, è firmato dalla giovanissima Faiza Guène, già portavoce, attraverso lavori precedenti, di un disagio tutto nuovo: quello dei “banlieusards”, ovvero gli abitanti delle banlieus. “Ahlème, quasi francese”, questo il titolo del romanzo, descrive la storia difficile di una ventiquattrenne algerina che, tra un lavoro e l’altro, sa come andare avanti, rimediando sempre proverbi africani e dando vita spesso a situazioni tragicomiche. Scegliere un contesto come quello delle banlieus vuol dire calarsi in un mondo parallelo, alle volte dimenticato, ma che è, invece, una delle tante fotografie di una grande metropoli contemporanea.

(F. A.)