Diario d’inverno. Paul Auster si racconta

Il nuovo libro di Paul Auster, dal 27 novembre in libreria (edito da Einaudi), è una autobiografia. Il sessantacinquenne autore della Trilogia di New York, ripercorre le primavere passate, ora che crede di essere giunto all’inverno della propria vita. E non tralascia nulla: dagli anni della giovinezza parigina, al dolore del lutto per la perdita del padre prima (già affrontato ne L’invenzione della solitudine) e della madre poi, passando per i piaceri della vita, grandi e piccoli, la letteratura, il cibo, il sesso (anche quello a pagamento): «Piaceri fisici e dolori fisici. I piaceri del sesso innanzitutto, ma anche quelli del mangiare e del bere, di stare nudo in un bagno caldo, di grattarti un prurito, di starnutire e di scoreggiare, di stare a letto un’ora in più, di voltare la faccia verso il sole in un mite pomeriggio di tarda primavera o d’inizio estate e sentire il tepore posarsi sulla pelle». Sì , perché quella di Auster è prima di tutto una autobiografia del suo corpo: anima e corpo sono inscindibilmente unite, e non si può parlare dell’una se non parlando dell’altro. Un corpo sul quale tutte le esperienze lasciano dei segni, come dei geroglifici che Auster si accinge a decifrare e a renderci noti: ogni passaggio fondamentale della vita di Auster, passa anche attraverso il suo corpo, che sembra assorbire meglio della mente i suoi sentimenti. Ma le vicende che Auster racconta, sono in fondo le vicende di tutti: a testimoniarlo la scelta stilistica dello scrittore americano, che rifugge dall’autobiografismo tradizionale in prima persona, per un più diretto ed inequivocabile <<tu>>. Ciò a cui Auster mira è il coinvolgimento del lettore, perché in fondo, in modi diversi, siamo passati tutti attraverso quelle stesse esperienze e sensazioni che Auster ci racconta: «Pensi che a te non succederà mai, che sei l’unica persona al mondo a cui queste cose non succederanno mai e poi, a una a una, cominciano a succederti tutte, esattamente come succedono a tutti gli altri».

F. A.