Da Batman a James Bond. La licenza di stupire di Christopher Nolan

Dal 31 ottobre è nelle sale Skyfall, 23esimo film su 007. Mendes spalma un po’ di salsa psicologica sulla pasta scotta della saga bondiana. Dota il suo agente di un passato, lo rende introspettivo e gli aizza contro un Bardem eccentrico e inquietante. Formula vincente, ma non certo nuova. E il cineasta non nasconde il suo modello: la trilogia di Batman. Secondo Mendes, la triade sull’uomo pipistrello (e in particolare il secondo, The Dark Knight) riesce nella complicatissima operazione di fondere gli allettamenti del blockbuster con le aspirazioni del cinema d’autore, aprendo una nuova fase per Hollywood. Ma le sorprese non sono finite. Dietro le quinte si pensa già al capitolo successivo di Bond e, nell’attribuzione della regia, un nome affiora sulle bocche di alcuni: Christopher Nolan. Proprio lui, il (ri)creatore di Batman, colui che ha salvato un’icona che i suoi predecessori si erano ostinati a falsare, Burton col suo stile inconfondibile ma alienante, e Schumacher con la riduzione del soggetto a pura operazione di marketing. Nolan ha restituito a Batman il sapore del fumetto, forgiandogli nel contempo una nuova identità cinematografica. Ma sarebbe ingrato ricordarlo solo come autore della trilogia. Nolan è un grande narratore, un visionario che fonde cinema e letteratura in un’alchimia originale e indissolubile. E in un’innata capacità di stupire.

Sin dall’esordio con Following, stravolge la lineare materia cinematografica adattandola alla complessità di una trama romanzesca. In Memento si spinge oltre: non si limita a sconvolgere lo script, ma mina addirittura l’aspetto fisico del film, con la destrutturazione del montaggio. Ne risulta un prodotto irrisolto ma sperimentale, che “decostruendo e ricostruendo la linearità della fabula, reinventa un inquietante mosaico di ambiguità ed incertezze”. Insomnia, intelligente remake dell’omonimo thriller norvegese, prepara il dualismo tra gli ambigui protagonisti di The prestige, la raziocinante storia di due maghi e del loro scontro mortale, sino alla sconvolgente rivelazione finale. Con Inception, infine, tratto da un soggetto originale, il regista tenta l’audace fusione di una storia spettacolaristica e di genere con alte ambizioni artistiche. Ma, pur ottenendo un notevole esito, non riesce a stornare la trappola del cerebralismo. Il traguardo ambito con Inception sembra conseguito da The Dark Knight, che ci riporta alla dichiarazione di Mendes. Il Batman di Nolan è un antieroe tormentato e insicuro, profondo e introverso, un personaggio tragico continuamente al bivio di scelte difficili, in lotta contro le forze del caos e del caso. Ma è anche un soggetto forgiato sulla falsariga di Bond.

Nolan ha un eterno debito con 007. Suo grande fan, sembra favorevole a dirigerne un episodio. Purchè, è lecito supporre, gli si lasci sempre estrema licenza. Licenza di inventare. Licenza di stupire.

D. D. F.