Compie cento anni Anna Magnani

Cento anni fa nasceva la stella più luminosa del cinema italiano: Anna Magnani. Nannarella, come la chiamavano gli amici, è il simbolo dell’Italia del dopoguerra, del riscatto, della popolana sboccata ma dal cuore grande.

Bruna e non bella, con gli occhi lucenti e febbrili, con le occhiaie peste e la risata sguaiata. L’emblema del cinema neorealista, la donna passionale dai capelli arruffati: la donna che muore sotto i fucili di “Roma città aperta”. E che aveva la battuta sempre pronta.

A chi la definiva diva non sapeva cosa rispondere.
Lei, che quando le chiedevano se fosse nata in Egitto rispondeva decisa “Sono nata a Roma!A Porta Pia!”, e che quando vinse l’Oscar nel ‘62 per “La rosa tatuata” non andò a ritirarlo perchè aveva paura dell’aereo.
Genuina, spontanea, dallo stile inimitabile, condivise il grande schermo con attori internazionali, ma ricordava con nostalgia i tempi dell’avanspettacolo con Totò.
L’Italia sognò con lei, e con lei trepidò quando fu ricoverata per un cancro nel ‘73.
La sera in cui si spense erano tutti davanti al televisore che trasmetteva un suo film, per omaggiare un’attrice vera.
Definirla “antidiva” non basta, e neanche come amava dire lei, con la solita ironia “un cavallo a cui non vanno messe briglie”.
Ci piace piuttosto ricordare che i giornalisti americani guardando i suoi film dissero :“A confronto con lei, le nostre attrici sembrano manichini”. E siamo sicuri che non avremo bisogno di un altro centenario per ricordarla.

(S. D. V.)