Collezione Farnense

Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, a seguito dell’esposizione della Collezione di Pittura Pompeiane e delle sculture di Villa dei Papiri di Ercolano, il 2 ottobre verrà  allestita ed esposta al pubblico la Collezione Farnense e allo stesso tempo verranno riaperte le sale che si dispongono attorno al quadriportico orientale del Museo che la ospiteranno. La collezione è una delle più grandi, si è formata nel Rinascimento ed è rimasta sostanzialmente intatta. Si è composta nell’arco di 50 anni, grazie a confische, donazioni ma soprattutto ai tanti rinvenimenti venuti alla luce nel corso degli scavi effettuati per la risistemazione urbanistica di Roma.

La Collezione, una volta estintosi il casato farnesiano, è passata ai Borbone di Napoli, attraverso una complessa vicenda di trasmissioni ereditarie ed è stata quindi trasferita nel capoluogo campano, diventando parte del patrimonio artistico della famiglia regnante.

L’arrivo a Napoli dei marmi farnesiani ha significato, però, la perdita dei loro originari contesti collezionistici cosi concepiti ed organizzati tra il ‘500 e il ‘600. Quindi è  stato necessario un riordino espositivo , frutto di un lungo lavoro di studio e ricerca scientifica eseguito dalla Soprintendenza in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli che risponde al criterio di valorizzare le opere mediante la ricomposizione, dove possibile, dei contesti di provenienza e di ricostruire il contesto collezionistico ed il momento formativo della Collezione stessa. In tal modo il visitatore avrà la possibilità di ripercorrere un itinerario attraverso il quale potrà apprezzare le punte di eccellenza, le molte opere di qualità altissima che ne segnano le tappe e potrà percepire gli interessi, i temi propri della cultura dell’epoca, e attraverso questi accostarsi al documento antico e alla sua attuale, corrente interpretazione. Il progetto è a cura di Pietro Giovanni Guzzo, Valeria Sampaolo e Carlo Gasparri.

(G. D. G.)