Coldplay – Viva la Vida

A tre anni di distanza da X&Y che li ha definitivamente consacrati come star mondiali, tornano i Coldplay. Anticipato dal singolo Violet Hill, reso disponibile gratuitamente tramite download, il disco, Viva la Vida or Death and all his Friends, è uscito in tutto il mondo lo scorso 13 giugno.
Erano in molti ad attendere la band di Chris Martin al varco. Bisogna ammettere che gli elementi che facevano presupporre il peggio c’erano tutti: dalla discutibile scelta della copertina, che riprendendo il celebre dipinto di Delacroix “La Libertà che guida il popolo” mostrava uno scivolone nel kitsch, fino alla scelta del titolo, che pur esibendo una colta citazione di un’opera della pittrice messicana Frida Khalo, presentava pericolosi richiami alla musica latino-americana.

Invece Viva la Vida si presenta come il miglior lavoro della band dai tempi dell’album d’esordio, Parachutes.
Prodotto dal genio creativo di Brian Eno, già mano fatata per Bowie, Talkin Heads e U2, Viva la Vida centra il bersaglio mancato con l’album precedente.

C’è un rinnovamento del sound, tentativi di capovolgimento della struttura stofa-ritornello-strofa, e l’esaltazione di tutte le possibilità della melodia pop.

In questa direzione va il brano manifesto dell’album, 42, che si apre con quella che è probabilmente la melodia più bella mai creata da Martin e si trasforma in una jam drum’n’bass con inserti chitarristici degni del miglior Johnny Greenwood dei Radiohead, concludendosi con un crescendo rock’n’roll alla Strokes.

L’intero lavoro è pervaso da un sentimento solare, e da brani con una vena più malinconica come Cemeteries of London e Lost. La tristezza sembra, come in quadro impressionista, soltanto uno dei tanti colori che compongono il quadro.

Certo, i Coldplay non hanno inventato nulla di nuovo, ma questa è musica, una delle più elaborate forme di bellezza, la cosa più vecchia del mondo.

(G. di B.)