Ambiguità e verità del teatro

Dal 22 al 25 Gennaio l’arte di Tim Crouch, attore teatrale britannico, sarà in scena al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, con due piece teatrali: My Arm e An Oak tree.
Presentate dall’Accademia degli Artefatti, nell’ambito del progetto AB-USO, entrambe le rappresentazioni hanno goduto di un grande successo di critica e pubblico. Nico Garrone, sulle pagine di Repubblica scrive: «Si esce con l’impressione che gran parte della merce in circolazione sia avariata o scaduta» ed è così, perché il teatro di Tim Crouch, messo in scena, esaltato dalla regia di Fabrizio Arcuri,  è un teatro diverso, racconta di vite e situazioni possibilmente reali eppure improbabili, senza scadere in banali cliché.

My Arm (giorni 22 e 23, ore 21,00) è il monologo di un trentenne che decide di sfidare se stesso, le sue noie, le sue possibilità, e di farlo in maniera inconsueta, sopra le righe. C’è chi parte per lunghi viaggi alla scoperta di una nuova identità, chi esce fuori di senno e diventa un serial killer, chi semplicemente si abbandona per ignavia al fluire degli eventi.
Il trentenne di Crouch intenta invece una serie di sfide con il proprio corpo, e dopo aver dimostrato di riuscire a stare per quattro mesi senza andare di corpo e altri quattro mesi senza parlare, decide di cominciare a vivere con un braccio sopra la testa, per verificare quanto tempo riuscirà a tenercelo.

An Oak Tree (sabato 24 ore 21 e domenica 25 ore 19,00 e 21,00) è la storia  di un ipnotizzatore, del suo spettacolo, e dell’attore che interpreta l’ipnotizzatore, il tutto in una cornice drammaturgica destrutturante che vede ogni sera la presenza di un secondo interprete diverso, ignaro della storia e delle battute fino all’atto della messinscena e interamente slegato da istruzioni registiche e movimenti di scena.

L’ambiguità, l’aleatorietà, la metamorfosi sono il leitmotiv di una rappresentazione che necessita di almeno due visioni per penetrarne l’essenza.

(M. G.)