Addio “spaccone”

Paul Newman: occhi azzurri, sguardo irresistibile, e fascino da vendere.
E’ la faccia del classico cinema americano, ma anche quella di un uomo semplice ed ironico, al quale la vita non ha risparmiato dolori, come la morte per overdose del figlio Scott.

Inizia la sua carriera vendendo Bibbie porta porta, lui che era figlio di genitori ebrei, e vive di espedienti fino al debutto in teatro a Broadway. Il grande successo però arriva sul grande schermo, nel 56, quando interpreta il pugile Rocky Graziano in “Lassù qualcuno mi ama”. A cavallo degli anni 60 è protagonista di alcuni dei più grandi successi della storia di Hollywood: “La gatta sul tetto che scotta”, “Lo spaccone” e “La stangata” conquistano l’amore del pubblico e lo consacrano a leggenda del cinema.

Tardivo invece il riconoscimento dell’Academy, che solo nel 1987, dopo numerose candidature, gli concede l’Oscar come miglior attore per “Il colore dei soldi”, sequel de “Lo spaccone”.
Non presenzia alla cerimonia e dice: “Dopo aver inseguito per tanti anni una bella donna, quando lei alla fine rallenta capita di essere ormai troppo stanchi”. Attivista per i diritti civili, amante dei motori, e adorato dalle donne, ne ha amata in vita solo una: la seconda moglie Joanne Woodward, anche lei attrice.

Dopo una lunga malattia ha deciso di tornare a casa, per morire accanto a lei e alle figlie. La fama di sex simbol lo ha sempre divertito, ma quando in un’ intervista gli chiesero come avrebbe voluto essere ricordato rispose serio: “ Mi piacerebbe che la gente pensasse che in me c’è uno spirito che compie azioni, un cuore e un talento che non arrivano dai miei occhi blu”.

(S. D. V.)