“Sulle rive del tango”: una milonga ai confini della realtà

Una barca ormeggiata ai piedi di Castel dell’Ovo, le luci della sera che si specchiano nel mare. Risuonano nell’aria sensuali melodie, contaminazioni gitane con punte di elettronica. Si aprono le danze: è tango. La fusione di due anime in un movimento passionale, la forza trascinante del ballo che isola, aliena eppure unisce.

C’è che non è un sogno. C’è che un gruppo di amici con la passione per il Tango, nell’autunno del 2003, si unisce per creare il collettivo “Sulle Rive del Tango”. C’è che inizialmente nascono gli storici “mercoledì sulle rive del tango” e la febbre del ballo argentino comincia a contagiare un po’ tutti. C’è che dall’incontro con la Microcosmo Dischi, casa discografica partenopea diretta da Joe Barbieri, nasce nel 2008 l’omonimo lavoro “Sulle rive del Tango”. L’album viene presentato e celebrato una sera di febbraio, nella splendida cornice di Castel dell’Ovo, sulla Goletta Princess, ormeggiata al Borgo marinari.

“Sulle Rive del Tango” è un album di contaminazioni. Parte dal tango per mischiarsi con l’elettronica, intingersi di world music e, infine, godere di un po’ di musica d’autore italiana. Pregevoli i brani e gli artisti designati per tale lavoro. Compaiono, tutti insieme, i canti di Louis Armstrong e Gianmaria Testa, Goran Bregovic e Carmen Consoli. C’è la storia del cinema in “Peliculas” dei Demoliendo Tangos e il tipico sound cubano del brano “Dos Gardenias”.

Tutto ciò è “Sulle Rive del Tango”, 17 brani più una ghost track, densi di emozione e passione che faranno sognare (e ballare) sulle note della danza più sensuale del mondo. Riservato a chi ha sangue latino che pulsa nelle vene.

(M. G.)