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L’arte? A volte è una questione di “ciorta”

Da che mondo è mondo l’esperienza sociale, storica nonché quella personale ci ha palesato come Venere e Marte, rispettivamente simbolici rappresentanti del delicato emisfero femminile e del rude emisfero maschile, siano incapaci di relazionarsi senza far nascere sconvenienti conseguenze.

Altrettanto “sconvenienti” possono risultare gli esiti derivati dall’”accoppiamento” di dodici pittrici e dodici fotografi abbinati a casaccio con il fine ultimo di produrre un tableau photographique a quattro mani, o per meglio dire due mani e un obiettivo fotografico.

Probabilmente qualcuno di loro conoscendo il partner attribuitogli dal caso non ha pensato tra sé e sé “che ciorta” sapendo quanto effettivamente sia tutto dipeso da ciò.

“Che ciorta” (in napoletano “fortuna”) è il titolo e l’insolito tema della mostra realizzata dalla giovane GiuBox Gallery.
La scelta azzardata di dare rilievo ad un fattore così incerto diviene una simpatica provocazione verso le classiche e le ormai stantie collettive a tema.

A muovere i fili del fato, solo per questa volta, è Vincenzo Chirichella curatore e ideatore della mostra che è stata inaugurata lo scorso 5 gennaio e che rimarrà  aperta fino al 31 presso la GiuBox Gallery in via Bonito 21/b zona Castel Sant’Elmo il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 16 alle ore 19.

Chissà se, burlone com’è, tra le 12 opere in mostra il destino non abbia fatto uno scherzo dei suoi.

(J. H.)

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