Il Rolling Stone Magazine americano ha stilato la classifica delle 500 canzoni più belle di sempre. La cura meticolosa dei dettagli, tipica della Bibbia della Musica, e l’entusiasmante viaggio nella storia dei migliori pezzi del ventesimo e del ventunesimo secolo non bastano, però, a stemperare le critiche.
Nonostante l’esperienza della redazione e l’aggiunta di cinque giudici, tra artisti e produttori, sfogliando le pagine ci si accorge dell’influenza della cultura anglo-americana. Infatti: soltanto una canzone su 500 non è in lingua inglese, ed è La Bamba di Ritchie Valens. In netta superiorità sono gli autori americani con un totale di 357 brani, seguiti da quelli inglesi con 141 pezzi. Ma non è soltanto la lingua una delle preoccupazioni della critica, ma anche l’impressionante numero di produzioni risalenti agli anni sessanta e settanta, tra cui spiccano Beatles, RollingStones e Bob Dylan. Del ventunesimo secolo sono presenti solo Stan e Lose yourself di Eminem, Hey Ya degli Outkast e Umbrella di Rihanna, scritta inizialmente per l’album Black Out di Britney Spears, definito il miglior album pop degli ultimi dieci anni.
Segnalando qualche evergreen citiamo Bohemian Rapshody dei Queen e Smells Like Teen Spirit dei Nirvana. Sul podio troviamo Imagine di John Lennon, (I can’t get more) Satisfaction dei Rolling Stone, infine Like a Rolling Stone di Bob Dylan, brano nato sotto l’influenza di Rollin Stone di Muddy Waters, lo stesso spezzo da cui è nato il nome della rivista.
F.P.