Un film con “Qualcosa di troppo”…
Jeanne è un architetto in crisi di coppia. Lei crede che tutto si possa risolvere, mentre suo marito le rivela di avere un’amante, aspettare un figlio da lei e voler dunque lasciare Jeanne. La protagonista cade quindi in un vortice depressivo, senza riuscire ad avere più normali rapporti interpersonali (fatta eccezione per la sua amica e vicina di casa Marcelle) e comincia ad odiare tutto il genere maschile. In una notte di temporale, viene colpita da un fulmine e la mattina seguente si sveglia con “qualcosa di troppo” al di sotto della cintura…
“Qualcosa di troppo”, ora nelle sale, è la seconda opera registica dell’attrice francese Audrey Dana, e arriva dopo “11 donne a Parigi” del 2014. E’ un film di cui onestamente non sentivamo il bisogno. Il soggetto non brilla certo di originalità (come si comporterebbe una donna se diventasse uomo, o viceversa, è un tema di cui il cinema è pieno) e la sceneggiatura è pregna di battute doppiosensiste e volgari che non sfigurerebbero in un cinepanettone di vanziniana memoria (parolacce a iosa, porte in faccia e cadute nel fango la fanno da padrona). Eppure nonostante la ripetitività del tema, sarebbe potuto uscire qualcosa di goliardicamente divertente, ma sia la regia sia la recitazione degli attori non ha aiutato nell’impresa. L’unica prova degna di nota è quella di Christian Clavier (storico Asterix affianco ad Obelix-Depardieu e apprezzato recentemente in Non sposate le mie figlie), interprete di uno spassoso ginecologo alle prese con lo stranissimo caso medico di Jeanne.
In Francia negli ultimi anni hanno dimostrato di essere capaci di realizzare delle ottime commedie (da Giù al Nord al giustamente apprezzatissimo Quasi amici), evidentemente Audrey Dana non fa parte di questa scuola di registi…
Emm. Pal.