Ti presento Federico
In occasione degli 800 anni dalla fondazione un podcast a cura di Valeria Saviano per entrare nella storia, i luoghi e i personaggi della Federico II.
Dal racconto della fondazione dell’Ateneo nel 1224, ai federiciani illustri, passando per quali sono state le prime sedi, i luoghi tra cui il Real Museo Mineralogico e la Reggia di Portici, fino alle Academy e le sedi di Scampia e san Giovanni che proiettano nel futuro l’università degli studi di Napoli Federico II
01. La fondazione della Federico II
Da quanto tempo esiste l’Università degli Studi di Napoli Federico II?
Il più antico e più grande ateneo del Mezzogiorno d’Italia è stato fondato nel 1224, esiste da ottocento anni, ma è solo nel 1992 che è stato intitolato a colui che ne fu il fondatore, Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Sicilia e di tanti altri luoghi che scopriremo in seguito.
Inizialmente indicata semplicemente come “Studio napoletano”, la Federico II ha proprio nella sua fondazione una peculiarità unica: è stata la prima università laica e fondata da un atto imperiale, risalente al 5 giugno 1224, la prima al mondo nel suo genere.
Il nostro Federico, infatti, volle istituirla per formare i gruppi dirigenti dello Stato, un po’ come le università de giorni nostri. Insomma, la Federico II è nata come Università moderna ben prima dell’Età moderna.
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02. Chi era Federico II?
Chi era il nostro Federico? Nato a Jesi dall’Imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VI di Svevia e Costanza d’Altavilla, fu incoronato a sua volta imperatore a soli 20 anni da Papa Innocenzo III, che gli strappò in cambio la promessa di indire una nuova crociata contro gli “infedeli” e di abbandonare il trono del Regno di Sicilia.
Ma Federico non era guerrafondaio, amava la cultura e le culture: per anni non solo non combatté contro il “nemico arabo”, ma lo studiò con fascino e quando fu messo alle strette dal nuovo papa per la realizzazione della tanto agognata crociata, nel 1227 Federico partì per il Medio Oriente armato di sola diplomazia, stringendo accordi con i popoli arabi, ottenendo la riconsegna della Terra Santa e garanzie di sicurezza per i pellegrini.
Fu la prima e unica crociata pacifica della Storia. Colpito da diverse inutili scomuniche e deposizioni puramente formali per la sua amicizia con gli “infedeli” e per la mancata rinuncia al trono del Regno di Sicilia, che Federico amava e che rinnovò radicalmente, rendendolo uno degli Stati più avanzati dell’epoca, noto in tutto il mondo per la qualità della produzione artistica della sua corte di intellettuali (la famosa Scuola Siciliana), il 5 giugno del 1224 il nostro Federico decise di fondare a Napoli con un atto regio la prima università statale al mondo (che proprio da lui, secoli più tardi, prenderà il nome) con l’obiettivo di fornire una solida preparazione culturale ai nuovi funzionari statali.
Spirito curioso, uomo colto, autenticamente religioso però insofferente verso il potere temporale della Chiesa, Federico II fu un sovrano illuminato, e per questo fu anche chiamato Stupor Mundi, “meraviglia del mondo”.
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03. Federiciani illustri
La Federico II ha formato e ha avuto come docenti tantissimi personaggi che hanno lasciato tracce indelebili nella storia del nostro Paese.
Sono federiciani i grandi pensatori Tommaso d’Aquino, Giordano Bruno e Giovan Battista Vico, che dal Duecento al Settecento hanno scritto alcune delle pagine più importanti della storia della filosofia occidentale; è federiciano Antonio Genovesi, filosofo innovativo e pioniere dell’economia, che alla Federico II, a fine Settecento, insegnò prima metafisica, poi etica e poi “commercio e meccanica”;
è federiciano Renato Caccioppoli, uno dei più grandi matematici del Novecento, che studiò e insegnò alla Federico II e fu tra i padri dell’analisi matematica;
è federiciano Luciano De Crescenzo, che nell’ateneo partenopeo conseguì la laurea in Ingegneria idraulica, divenendo poi un mito della cultura pop per aver saputo raccontare con ironia e semplicità la filosofia alla gente comune attraverso libri e, soprattutto, film a dir poco iconici; è federiciana Samantha Cristoforetti, che ha ottenuto il brevetto di pilota all’Accademia aeronautica militare di Pozzuoli e ha conseguito la laurea in Scienze aeronautiche alla Federico II.
Sono solo pochi nomi di un elenco lunghissimo e costantemente in divenire di personalità straordinarie che appartengono alla storia del nostro grande ateneo.
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04. Prime sedi
Quando pensiamo all’università Federico II la prima immagine che ci viene in mente è quella del monumentale edificio neorinascimentale in corso Umberto I a Napoli, l’attuale sede centrale, che però fu costruito solo nell’Ottocento per ospitare i nuovissimi gabinetti di Fisica e Chimica e per dare lustro alla Napoli post-unitaria.
Una delle primissime sedi della prima università laica del mondo fu un convento, nello specifico quello di San Domenico Maggiore, situato nell’omonima piazza, dove insegnò teologia dal 1271 al 1274 l’ex federiciano San Tommaso d’Aquino. Infatti, nel laico studium napoletano si poteva in origine studiare teologia, insieme al diritto e alle “arti liberali”: grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, geometria, musica e astronomia.
Nel 1612, quando ormai i corsi di studi offerti dall’ateneo erano diventati molto più numerosi, il viceré don Pedro Fernàndez de Castro ordinò il trasferimento della sede dell’ateneo dal convento domenicano a una imponente caserma di cavalleria situata appena fuori le mura della città, che fu rinominata “Palazzo dei Regi Studi” e ospitò l’università fino 1777, quando la sede fu trasferita nel Convento del Salvatore, prima di approdare all’attuale sede centrale a fine Ottocento. Il destino della sede seicentesca? È diventata lo straordinario Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
I luoghi della Federico II sono oggi davvero tantissimi.
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05. I primati della Federico II
La nostra amata Federico II vanta moltissimi primati: innanzitutto, fu il primo ateneo laico al mondo, nonché prima università voluta da un sovrano e fondata per editto regio il 5 giugno del 1224.
Insomma, la Federico II è stata all’avanguardia sin dalla sua fondazione e ha conservato questo spirito pionieristico, come dimostrano, ad esempio, l’istituzione nel tardo Settecento della prima cattedra al mondo di “commercio e meccanica”, quella che oggi chiameremmo economia aziendale, affidata ad Antonio Genovesi, mentre nell’Ottocento quella della prima cattedra italiana di Zoologia, invece nel Novecento il nostro Ateneo vanta il primato della prima cattedra di Genetica al mondo. Ancora oggi la Federico II continua a macinare record: ne è un esempio l’ingresso nel 2017 nella rete globale di apprendimento digitale edX grazie al progetto FedericaX, sfida fino a quel momento mai vinta da nessun altro ateneo italiano.
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06. I grandi cambiamenti di inizio Ottocento
All’inizio del XIX secolo la Federico II visse una trasformazione radicale. Durante il decennio di dominazione francese a Napoli, tra il 1806 e il 1815 la struttura fu modificata in modo tale da condurre l’ateneo a pieno titolo nell’era moderna; fu infatti articolato in cinque facoltà: Lettere e Filosofia, Matematica e Fisica, Medicina, Giurisprudenza e Teologia;
inoltre fu fondata proprio qui la prima cattedra di zoologia in Italia; poi furono collegati all’università i musei di mineralogia, zoologia, l’orto botanico e l’osservatorio astronomico, tutti nati come enti indipendenti per iniziativa privata di nobili intellettuali o per iniziativa dei sovrani borbonici.
Tutto questo accrebbe la popolazione studentesca, che divenne la terza più numerosa d’Europa, dietro alle sole università di Berlino e Vienna, nonostante la grande concorrenza delle numerose scuole private che avevano sede a Napoli e che erano state favorite proprio dai francesi.
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07. Il Real Museo Mineralogico
Una collezione unica e meravigliosa con tutte le rocce del mondo! Scopri e vieni a visitare il Museo Mineralogico della Federico II!
Questo straordinario museo fu istituito per volere del re Ferdinando IV di Borbone nel 1801con l’obiettivo di creare un centro di ricerca per il rinvenimento di risorse minerarie nel Regno di Napoli e un luogo di istruzione d’alto livello per le giovani generazioni.
Fu collocato nell’antico Collegio dei Gesuiti (ex Convento del Salvatore) nell’attuale via Mezzocannone 8, sede dell’ateneo nel Settecento che tutt’oggi ospita alcuni corsi di studio della Federico II.
Al Real Museo Mineralogico è possibile ammirare una collezione di circa 30.000 reperti tra rocce, fossili, metalli e minerali di elevato valore scientifico, molti dei quali davvero rari per dimensione e bellezza ed è possibile prendere parte a tour tematici ed esperienze ludico-educative indimenticabili.
Alla metà dell’Ottocento il museo svolse anche un’importante funzione socio-politica, ospitando nel 1845 il VII Congresso degli scienziati italiani con ben 1611 partecipanti, e poi, nel 1848, le prime riunioni della Regia Camera dei deputati in seguito alla concessione della Costituzione da parte di Ferdinando II delle Due Sicilie.
Oggi il Real Museo Mineralogico fa parte del Centro musei delle scienze naturali e fisiche dell’Università Federico II.
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08. Il Museo Zoologico e Antropologico
Il Museo di Zoologia e Antropologia è una tappa che non potete assolutamente perdervi. Fondato a Napoli nel 1813 a seguito dell’istituzione della prima cattedra di Zoologia italiana per volere Gioacchino Murat, che ne fu anche il primo direttore, il museo, situato nell’ex Collegio dei Gesuiti in via Mezzocannone 8, accolse dapprima le collezioni della Sezione di Storia Naturale del Real Museo Borbonico e fu poi arricchito dai pregevoli reperti del Museo di Anatomia generale e Patologica e dai ritrovamenti dei più grandi naturalisti e antropologi dell’epoca, fino a occupare una superficie espositiva di ben 1200mq con una vastità sconcertante di collezioni.
Tra le raccolte più importanti troviamo quella entomologica e quella malacologica, nella quale è possibile ammirare esemplari di tutte le classi di molluschi presenti nel Mediterraneo.
Ma la vera attrazione è la sezione dei vertebrati, che ospita, tra i tanti reperti, lo scheletro di una balena franca boreale ritrovata nel Mediterraneo e quello di un elefante giunto a Napoli nel 1742 come dono al re Carlo di Borbone.
Questo splendido animale, all’epoca, divenne una vera superstar: partecipò, infatti, a diverse sfilate, suscitando meraviglia nella popolazione locale e diventò persino attore, prendendo parte all’opera Ezio di Pietro Metastasio, che debuttò al Real Teatro di San Carlo nel 1743.
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09. L’Orto Botanico
Ferdinando IV di Borbone sognava di creare a Napoli un imponente orto botanico. I moti rivoluzionari del 1799 gliene impedirono la realizzazione, che fu però attuata, sulla base del suo progetto, durante il decennio ottocentesco di dominazione francese del Regno di Napoli.
Fondato ufficialmente il 28 dicembre del 1807 dal re Giuseppe Bonaparte, l’Orto Botanico di Napoli si impose subito per la sua modernità: nel decreto di fondazione veniva, infatti, indicato come scopo principali della struttura non solo l’istruzione del pubblico, ma anche “la moltiplicazione di spezie utili alla salute, all’agricoltura e all’industria”, obiettivo, questo, del tutto innovativo. Nella sua storia, l’Orto botanico ha vissuto tante vite: durante la II Guerra Mondiale gran parte dei suoi terreni fu adibita alla coltivazione di legumi e tuberi per sfamare la popolazione, che vi si recava anche per recuperare acqua potabile e vi trovò rifugio durante i pesanti bombardamenti che flagellarono la città. Al termine della guerra, l’intera area fu adibita a caserma militare dalle truppe anglo-americane, con conseguente distruzione delle sue aiuole, che furono pavimentate per ospitare un parcheggio o trasformate in campi sportivi per l’intrattenimento dei soldati. Terminata l’occupazione, l’operato di grandi direttori illuminati come Giuseppe Catalano e Aldo Merola portò l’Orto botanico a un rinnovato splendore, messo ancora una volta a dura prova dal terribile terremoto che colpì l’Irpinia e la città di Napoli nel 1980, altra sciagura dalla quale questa straordinaria istituzione seppe rialzarsi.
Oggi la struttura, da sempre collocata nell’attuale via Foria, nelle adiacenze del Real Albergo dei poveri, si estende su una superficie di quasi 12 ettari e ospita più di 9000 esemplari di piante provenienti da tutto il pianeta, suddivise in base a criteri sistematici, etnobotanici ed ecologici: passeggiando tra i suoi viali è possibile infatti ammirare, perfettamente ricostruiti in miniatura, gli ecosistemi di macchia mediterranea, deserto, spiaggia, torbiera, roccaglia e flora acquatica. Nelle varie sezioni dell’orto e del museo botanico potrete andare alla scoperta delle specie botaniche più disparate, dalle piante tropicali a quelle officinali, passando per gli agrumeti, le ninfee e tantissime altre.
L’orto botanico ospita, inoltre, un importante centro di ricerca scientifica, un percorso appositamente studiato per i visitatori non vedenti e un giardino cromo-sensoriale.
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10. Il Museo di Veterinaria
Tra i vanti della Federico II spicca anche la sua Scuola di Medicina veterinaria, fondata nel 1798 in un’ex caserma di cavalleria posta appena fuori le mura della città antica e all’interno della quale furono dedicate alcune sale all’allestimento di un piccolo museo che raccoglieva alcuni scheletri animali e poche ossa separate come materiale di supporto all’insegnamento.
Nel 1835, però, quelle sale, sotto la direzione del professor Ferdinando De Nanzio, quelle piccole sale vennero trasformate in un vero e proprio museo di anatomia veterinaria, che è andato via via arricchendosi di reperti di grande utilità per lo studio e le esercitazioni degli allievi della scuola (agevolate anche dall’istituzione al suo interno del primo laboratorio di microscopia elettronica a trasmissione del Mezzogiorno negli anni Cinquanta del Novecento) e che oggi sono a disposizione di chiunque desideri scoprirli.
All’interno del museo, che dal 1998 fa parte del Centro Musei di Scienze naturali e fisiche della Federico II ed è ubicato al terzo piano della Scuola d Medicina veterinaria in via Veterinaria, alle spalle dell’Orto botanico, è possibile ammirare gli scheletri completi di due straordinari esemplari di cavalli da parata donati alla Scuola di Veterinaria da Gioacchino Murat, nonché un gran numero di apparati muscolo-scheletrici, cardiovascolari e nervosi periferici preparati anatomici ed embrioni perfettamente conservati non solo di equini, ma anche di animali esotici, domestici, animali da cortile, bovini, ruminanti e volatili.
Non temete, questa collezione non ha nulla di raccapricciante: ciascun reperto è trattato con grande rispetto e mostra a chiunque lo ammiri la bellezza e la maestosità della natura e del regno animale.
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11. La Reggia di Portici
La storia del grande sovrano illuminato Federico II e dell’università che da lui prende il nome si intreccia a quella di un altro grande sovrano illuminato del Regno di Napoli: Carlo III di Borbone.
Arrivato a Napoli nel 1734, re Carlo dapprima ricostituì un regno indipendente e successivamente si occupò di avviare una profonda opera di urbanizzazione e abbellimento della città, nonché di modernizzazione del Regno, tra i cui frutti c’è la maestosa Reggia di Portici. Nata come residenza estiva, secondo la tradizione per volere della regina Maria Amalia, la Reggia rappresenta uno dei massimi esempi di quella grandiosità architettonica che Carlo III desiderava regalare alla capitale del suo regno. La realizzazione del progetto originario terminò nel 1742, ma nel periodo francese la reggia fu ampliata: a partire dalla sua pianta quadrata, furono realizzate un’ala che tende verso il mare e una che tende verso il Vesuvio, che le donarono l’aspetto monumentale rettangolare che ancora oggi la caratterizza. La bellezza dell’edificio, dei suoi giardini e del luogo colpì così tanto la nobiltà locale che Portici e tutta l’area vesuviana presto iniziarono a brulicare di ville gentilizie.
Ma è solo dopo l’Unità d’Italia che avvenne l’incontro tra questo bellissimo sito e la nostra università: nel 1872, in seguito alla fondazione della Scuola Superiore di Agricoltura a Napoli, la terza del Regno d’Italia e la prima del Mezzogiorno, la Reggia di Portici fu scelta come sua sede e tutt’oggi ospita il Dipartimento di Agraria della Federico II e alcuni dei suoi Corsi di Studio d’eccellenza.
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12. Il Museo di Paleontologia
Se anche voi da bambini avete subito il fascino dei dinosauri, non potete assolutamente perdervi il Museo di Paleontologia della Federico II.
Fondato nel 1932 e situato in alcune delle sale che affacciano sul bellissimo Chiostro dei Santi Marcellino e Festo, il museo accoglie molti reperti fossili scoperti o acquistati dai sovrani borbonici nel corso dell’Ottocento che fino a quel momento erano stati ospitati nel Real Museo Mineralogico, tra cui figurano quelli di vertebrati preistorici come i rettili marini noti come Ittosauri e i pesci del Lias, nonché una collezione di reperti ossei di alcuni dei più grandi mammiferi dell’antichità, come ad esempio un cranio appartenuto a un esemplare di Elephans anticuus italicus.
Ma la vera attrazione di questa attrazione è un’altra: dal 1996, al centro della sala principale del museo si erge in tutta la sua maestosità uno scheletro completo e perfettamente conservato di un Allosaurus fragilis proveniente dal Nord America. Non sarà il T-Rex di Una notte al museo, ma, fidatevi, è molto molto figo.
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13. I nuovi luoghi: Scampia, San Giovanni. Un Ateneo verso il futuro
La Federico II ha una storia antichissima, che si è svolta e si svolge in luoghi di grande valore storico e artistico. Ma non si tratta di una storia che guarda esclusivamente a un passato glorioso, bensì di una storia viva che continua nel presente e scrive con determinazione il futuro.
La nostra università non è solo un’istituzione in cui ricevere una formazione d’eccellenza, ma anche una possibilità di restituire luce e dignità a zone periferiche di Napoli, per lungo tempo abbandonate, ricongiungendole al tessuto sociale e culturale cittadino. Proprio per questo, nel 2016 è stato inaugurato il Polo Universitario di San Giovanni a Teduccio, un bellissimo campus ricco di strutture moderne e di tanto verde costruito nell’area Est della città, nel sito che un tempo ospitava un grande stabilimento della Cirio dismesso e caduto in abbandono. Nel campus, oltre a diversi Corsi di Laurea della Scuola Politecnica delle Scienze di Base della Federico II, hanno sede molte prestigiosissime Academy, come ad esempio la Apple Developer Academy e la DIGITA di Deloitte, che non si pongono soltanto l’obiettivo di fornire una formazione universitaria e post-universitaria d’altissimo livello, ma costituiscono anche un Hub che assiste e guida le aziende nei processi di innovazione e trasformazione digitale.
Il 2022 ha visto poi l’inaugurazione di un’altra sede universitaria davvero molto importante: a Scampia, periferia Nord di Napoli, esattamente nel punto in cui prima sorgeva una delle famigerate “vele”, oggi troviamo la nuova sede dei Corsi di Laurea in Professioni Sanitarie, all’interno di una struttura dotata non solo di ambienti e laboratori tecnologicamente avanzati, ma anche di numerosi consultori ambulatoriali che presto saranno a disposizione dei cittadini, proprio in un’area in cui spesso la popolazione residente, privata di servizi essenziali, si è sentita abbandonata.
Il grande sogno di Federico II di Svevia continua.
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