E se la virtualità divenisse realtà? Quante volte, andando a trovare i nostri nonni, non troviamo campo e per tutta risposta loro ci indicano immense distese verdi?
Quante volte abbiamo pensato che Facebook/Twitter/Instagram fossero la trasposizione al pc delle comari pettegole sedute su panchine improbabili, messe, guarda caso, in punti strategici?
Quante volte abbiamo acquistato su Internet? Senza cogliere l’odore di un libro, senza dare un volto a chi ci prepara la cena, senza avere consigli da chi gli utensili li adopera davvero!
E toh, c’è chi ha pensato di attivare anche le menti più affezionate ad app e cellulari.
È Fra.Biancoshock, un’artista milanese che, a Civitacampomarano, paesino del Molise di 400 persone dove la copertura della rete è praticamente inesistente, ha realizzato il progetto Web 0.0 per il CVTA’ Fest, festival internazionale dedicato alla street art.
Attirando l’attenzione nazionale sul tema, sostituisce l’insegna ”minimarket” con Ebay; trasforma la tipica cassetta delle lettere in Gmail, la panchina dove da sempre si pettegola nel nido celeste di Twitter, un piccolo camioncino rappresenta WeTransfer , il tavolino del bar è Google, la bacheca delle comunicazioni comunali diventa Facebook.
Egli dimostra così che le funzioni del nostro mondo digitale sono azioni da sempre presenti nella comunità.
Non abbiamo inventato nulla, abbiamo solo il merito di averlo reso più sterile e distaccato.
Ar. Leg.