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Ruggero Cappuccio ospite della Federico II

Il teatro sulla scena e la letteratura teatrale. Mentre proseguono con grande successo di critica e pubblico di “Circus Don Chisciotte” al Teatro San Ferdinando, il drammaturgo e regista Ruggero Cappuccio sarà ospite oggi alle 16 della Federico II.

Infatti, in occasione dell’istituzione del nuovo corso di Laurea Magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria, Ettore Massarese (docente di Discipline dello Spettacolo Teatrale) e Mariano d’Amora (docente di Drammaturgia Teatrale) hanno invitato all’Ateneo federiciano due tra i massimi drammaturghi europei contemporanei: Ruggero Cappuccio e James Rushbrooke.

Cappuccio interverrà oggi nell’Aula Magna Piovani del Dipartimento di Studi Umanistici, in via Porta di Massa, 1, in un incontro con studenti e docenti nel quale discuterà del suo articolato percorso di uomo di teatro e del ruolo di Direttore del Napoli Teatro Festival.

Il suo ultimo lavoro, Circus Don Chisciotte è, nelle parole di Cappuccio, “sospeso tra lingua italiana, napoletana, siciliana e veneziana Circus Don Chisciotte fiammeggia sul confine tra classicità e modernità, innescando fascinazioni comiche e malinconiche negli incontri con uomini e donne emarginati dalla vita borghese e pronti ad unirsi alle imprese poetiche dei protagonisti,Michele Cervante e Salvo Panza“.

L’incontro, curato e moderato da Mariano d’Amora (docente di Drammaturgia Teatrale), sarà aperto da un indirizzo di saluto di Arturo De Vivo (Prorettore Università degli studi di Napoli Federico II), Giancarlo Alfano (coordinatore corso di Laurea Magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo), Ettore Massarese (docente di Discipline dello Spettacolo Teatrale).

Il 29 marzo sarà poi la volta di James Rushbrooke. Enorme fu lo scalpore suscitato dal suo Tomcat in Inghilterra, ed ora, del tutto inedito per l’Italia, questo lavoro debutta il 28 marzo al Ridotto del Teatro Mercadante di Napoli, “Le nuove tecnologie e lo screening genetico stanno spingendo più in là la linea dell’eticamente accettabile. Il traguardo a cui ambire è l’accettazione delle diversità ma il rischio di arrivare a considerare come moralmente necessaria una “pulizia” genetica che corregga già nell’embrione possibili “difetti” è dietro l’angolo. Tomcat esplora i labili confini etici della ricerca scientifica, ponendo allo spettatore inquietanti quesiti. Fin dove è lecito spingere la ricerca?

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