Roma: La rinascita di Santa Maria Antiqua, «chiesa ponte» tra l’Urbe e Costantinopoli

Dopo quindici anni di restauri e di studi, in seguito a un lungo periodo di chiusura al pubblico, riapre l’importante basilica di Santa Maria Antiqua (VI-IX secolo), riscoperta nel 1900 da Giacomo Boni, definita da Ruschforth: “la cappella sistina dell’VIII” secolo.

Per celebrare questa rinascita fino all’11 settembre sarà possibile visitare la mostra inaugurale: «Santa Maria Antiqua tra Roma e Bisanzio».

La mostra è stata ideata e curata da Maria Andaloro, professore emerito di Storia dell’arte bizantina e Storia dell’arte medievale in Europa e nel Mediterraneo presso l’Università degli Studi della Tuscia a Viterbo.

Al visitatore sono offerti tre diversi percorsi conoscitivi e una grande sorpresa, il ritorno della preziosa icona sacra della Vergine con il Bambino, trasportata in seguito al terremoto dell’847 nella Chiesa di Santa Maria Nova, una tra le immagini sante più antiche e venerate a Roma, precedenti l’iconoclastia.

A spiegarci quale sia l’eccezionalità di Santa Maria Antiqua è proprio la curatrice, che afferma «la basilica è una importante testimonianza della riconquista bizantina della città, conserva intatta l’adesione alla cultura greca, che emerge soprattutto dal suo linguaggio figurativo, allo stesso tempo testimonia il suo forte legame con la cultura romana, anche e non solo per la sua collocazione topografica, nel Foro romano ai piedi del Palatino ma per la funzione che sicuramente svolse: chiesa palatina e poi papale».

Fed. Mat.