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Riscoprendo la Nouvelle Vague

In questi giorni i cineforum di un po’ tutto il mondo hanno organizzato rassegne o proiezioni per celebrare il cinquantesimo anniversario del film che diede il via alla Nouvelle Vague: “Fino all’ultimo respiro”. Un’occasione per riscoprire il movimento cinematografico che stravolse le regole classiche della celluloide. “La mia notte con Maud” è una delle perle più preziose dell’intera filmografia d’oltralpe. Datato 1969 e terzo dei sei film dedicati ai “racconti morali”, è interpretato da Jean Luis Trintignant e Françoise Fabian e diretto da Eric Rohmer. Il regista, scomparso lo scorso gennaio, basa la sua produzione sul pensiero, sulle parole e nel film abbiamo la prova più confortante del suo stile: sofisticato ma leggero. La storia può sembrare banale: l’incontro tra un uomo ed una donna che passano insieme la notte. Neanche la presenza di una ulteriore fanciulla in realtà aumenta la complessità del racconto. Ma il particolare è proprio questo. Rohmer non descrive una struggente passione amorosa, semplicemente ci fa partecipare ai loro pensieri, alle loro idee, ai loro modi di concepire Dio, l’amore, la società. E nonostante molti riferimenti siano di natura filosofica o letteraria, da Pascal a Marx, Rohmer riesce a non essere mai accademico o “intellettualoide”; ma chiaro e raffinato. Le due donne rappresentano gli opposti principi ideologici, verso uno dei quali il protagonista dovrà tendere: la ragazza cattolica praticante, bionda, timida o l’ atea, divorziata bruna?

(A. D. M. ) 

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