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Per non dimenticare “I cento passi”

Oggi, 9 maggio 2008, è l’anniversario della morte di Peppino Impastato.
Un uomo che come ragione di vita ha avuto la lotta alla mafia.
Una vita resa celebre da “I cento passi”, il film di Marco Tullio Giordana, uscito nel 2000.
Cento sono i passi che separano la casa di Peppino da quella del boss del paese.

Peppino Impastato, interpretato da Luigi Lo Cascio, vive a Cinisi, un piccolo paesino siciliano, dominato dalla mafia che controlla la vita quotidiana, affari e il traffico di droga.

Il giovane Peppino cercando di sfuggire all’inesorabile legame con l’ambiente mafioso che il padre non ha la forza di rompere, non esita ad attaccare il boss Don Tano, sia in piazza, che attraverso i microfoni dell’irriverente “Radio aut”, una piccola emittente aperta con alcuni amici.
Peppino denuncia con fermezza la mafia e i suoi crimini, e verrà massacrato il 9 maggio del 1978, lo stesso giorno della morte di Aldo Moro. Oscurata dalla morte del Presidente della DC, la sua morte resterà sotto silenzio per più di vent’anni, fino all’uscita del film.

Come ha affermato lo stesso regista questo è un film su alcuni ragazzi che hanno osato sfidare il mondo, nell’illusione di cambiarlo.

Nella scena finale, al funerale di Impastato, si vedono bandiere rosse e i pugni chiusi. Si potrebbe pensare che sia un film di propaganda.
In realtà è un film di impegno civile che ci ricorda che la lotta alla mafia non è di una  sola ‘parte’.

(S. R.)

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