''O sole mio' di Giacomo Gentilomo per riscoprire la storia di Napoli

La proiezione della pellicola ‘O Sole mio di Giacomo Gentilomo aprirà giovedì 9 aprile alle 16.00, presso l’Aula Piovani del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Ateneo federiciano (Via Porta di Massa,1), la Rassegna di storia del cinema ‘Oltre gli stereotipi. Una certa Napoli del dopoguerra’, diretta da Pasquale Iaccio, docente di Storia del Cinema all’Università degli Studi di Salerno e alla Federico II di Napoli.

L’iniziativa è promossa dal Master di II livello in ‘Drammaturgia e Cinematografia. Critica, scritture per la scena e storia’, coordinato da Pasquale Sabbatino con l’obiettivo di formare esperti nei settori della critica teatrale e cinematografica, in grado di operare nel campo editoriale, televisivo, multimediale e cinetecario.

Durante gli incontri, che proseguiranno nei giorni 5, 7 e 13 maggio sempre alle ore 16.00 nell’Aula Piovani, verranno proiettate ed analizzate quattro interessanti pellicole sulla storia di Napoli dal 1946 agli anni del boom economico. «La rassegna – afferma Pasquale Iaccio – si propone di mostrare una immagine di Napoli e dei Napoletani nel periodo del secondo dopoguerra che va oltre gli stereotipi consueti che la rappresentano, da un lato, come città dolente e, dall’altro, come icona edulcorata. Inizia con il primo film sulle Quatto Giornate ( ”O sole mio’) e terminerà con un omaggio a Francesco Rosi (‘I magliari’)».

”O sole mio’ di Giacomo Gentilomo (1946) è il primo e misconosciuto film dedicato all’insurrezione napoletana delle Quattro Giornate. Girato a poca distanza dagli eventi, rappresenta per Napoli ciò che è stato per la capitale ‘Roma città aperta’. Ma la sua scomparsa per un lungo periodo, lo ha relegato in un cono d’ombra che non si è dissolto nemmeno dopo il suo ritrovamento e restauro.

‘Due soldi di speranza’ di Renato Castellani (1951) è il film che segna il passaggio dal periodo pieno del neorealismo a quello che è stato definito ‘neorealismo rosa’ per la capacità del regista e degli sceneggiatori (tra cui Titina De Filippo) di raccontare le difficoltà materiali del dopoguerra attraverso uno stile più leggero e ricco di umori del migliore teatro di tradizione regionale. Apre la strada alla commedia cinematografica degli anni cinquanta.

Napoletani a Milano’ (1953) è tra i migliori, ma tra i meno conosciuti, film di Eduardo De Filippo e racconta con un efficace linguaggio cinematografico le peripezie di una comitiva di Napoletani che vanno a cercare fortuna nella Milano degli anni cinquanta. L’autore volle realizzare un’opera che faceva giustizia degli stereotipi negativi che fiorivano su Napoli e i suoi abitanti. Anticipa di molti decenni film successivi che si sono cimentati sul medesimo argomento.

La rassegna si conclude con un omaggio al regista Francesco Rosi, recentemente scomparso, proponendo ‘I magliari’ (1959), un film che racconta la storia, non sempre commendevole, di un gruppo di suoi concittadini in cerca di prosperità nella Germania risorta. Trattandosi di un autore di spessore, la vicenda fa luce sia sui caratteri dei personaggi, sia sui contesti storici e sociali di Italia e Germania durante gli anni del boom economico.

Per informazioni:
pasquale.sabbatino@unina.it
studiumanistici.dip.unina.it
www.drammaturgiacinematografia.unina.it/