Uno  dei primi successi editoriali del 2013 è firmato Andrea Camilleri.  Subito in testa alle classifiche di vendita di questo mese, “Il  Tuttomio” ha spiazzato e al contempo diviso i lettori più fedeli del  narratore che ha dato vita alla popolarissima saga di Montalbano. Messo  da parte il dialetto siciliano, Camilleri sceglie di scrivere una storia  in un italiano che non lascia intravedere coloriture di sicilianità.
La  trentareenne Arianna è protagonista del romanzo. Durante la stagione  estiva la donna consuma rapporti sessuali con vari uomini in una cabina,  secondo regole precise stabilite dal marito Giulio, il quale acconsente  e regola questi incontri. Perché quest’uomo induce sua moglie a farlo e  per quale motivo tutto questo viene vissuto in maniera ordinaria dalla  coppia? Sono queste le domande a cui il lettore cerca di dare un senso  durante la lettura di questo romanzo in cui Camilleri si misura con il  dramma borghese. Lo fa dipingendo il profilo psichico di una donna che  per le terribili esperienze maturate fluttua tra l’ingenuità  fanciullesca e una visione psicologicamente violenta e distruttiva  dell’eros, che appare dissonante nel perbenismo che permea la sua vita.
Un  fatto realmente accaduto in una famiglia aristocratica, rivela l’autore  in una nota, avrebbe ispirato la stesura di questo romanzo accolto  tiepidamente da pubblico e critica. Al di là della scelta linguistica,  lo stile di scrittura è apparso ad alcuni estremamente asettico nel suo  andamento lento e paratattico, che restituisce con poca profondità  l’universo psicologico particolarmente complesso dei personaggi  protagonisti. Un romanzo che scardina i canoni ai quali Camilleri si è  sempre attenuto sortendo trionfi editoriali, ma che, d’altro canto, non  ha tradito l’aspettativa degli ottimi riscontri economici.
C. S.
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