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Come l'acqua per gli elefanti

Un mondo colorato, sbalorditivo e strabiliante ha di fronte agli occhi Robert Patterson, nei panni di Jacob Jankowski, un giovane di origine polacche che, perso tutto, decide di iniziare una nuova vita.

Sale per caso su un treno, il Benzini Bros Circus, per cui inizia a lavorare come veterinario. Inizia a prendersi cura degli animali, sfruttati al massimo dall’instabile August, capo del circo: in particolare si dedica a Rosie, un elefante amante del whisky, che addestra per il numero della bella Marlena, moglie di August, di cui si innamora.

Il tendone bianco del circo, i tanti colori dei clown, lo sfavillio dei vestiti di Marlena nascondono però una decadenza interiore, una crisi che cresce dall’interno ogni volta che August perde la ragione. Al plot della storia d’amore si affianca e unisce quello della vita circense, una vita di apparenze e trucchi, trucchi che però sanno poco di magia: il lusso del circo nasconde stipendi da fame per chi vi lavora ed il rischio della bancarotta, il leone ruggisce, ma non ha i denti, gli animali mangiano cose avariate, Marlena è sempre ben vestita e pettinata, ma ha lo smalto consumato, ed il suo amore per il marito è fasullo, accetta di stare con lui perché sa di non avere alternative e per paura.

A Jacob basta poco per rendersi conto dei retroscena, ma resta per prendersi cura di Marlena e Rosie, minacciate costantemente dalle giornate no di August.

Quella di “Come l’acqua per gli elefanti” è una fiaba realistica, ambientata in anni difficili in un’America che non sembra offrire tante opportunità. Eppure il lieto fine c’è: è il circo a perire, non i due amanti che, insieme a Rosie, iniziano a costruire una vita vera, autentica, una vita dove non bisogna avere lo show di punta per essere importanti.

S.G.M.

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