"Birdman", il nuovo capolavoro di Inarritu


“Birdman” di Gonzalez Inarritu narra le vicende di Reggan Thompson (Michael Keaton), attore tormentato che deve la sua celebrità al supereroe da blockbuster Birdman.

Sull’orlo del dimenticatoio Thompson cercherà di dimostrare a se stesso di poter essere non solo una maschera, un fantoccio dai super poteri, ma anche un buon attore, cimentandosi nell’adattamento di una storia di Raymond Carver sui palchi della sgargiante Broadway. Il risultato? Una gustosa ed ipnotica black-comedy sulle paranoie di Hollywood e dintorni.

Presentato ed acclamato per la prima volta al Festival di Venezia, “Birdman”, dopo aver fatto il pieno di nomination, marcia ora con sicurezza verso la prossima edizione degli Oscar, forte di due statuette vinte ai Golden Globe (miglior sceneggiatura, miglior attore protagonista) e del recente riconoscimento all’intero cast da parte del SAG (Screen Actors Guild).

Tutto questo successo non è certo una novità per Inarritu, primo messicano ad essere stato candidato agli Oscar già nel 2006 con “Babel” (in quell’occasione rimanendo quasi a bocca asciutta).

Nonostante non sia mai piaciuto alla critica italiana (per una presunta “accademicità” narrativa ed una compiaciuta ridondanza formale) questo autore, sin dai suoi esordi con il tarantiniano “Amores Perros”, è riuscito a catturare il pubblico di mezzo mondo con la sua sensibilità apolide.

Il suo è lo sguardo di chi si porta nel sangue il DNA del migrante, di chi rifiuta le “risposte semplici”, di chi riesce a fare del cinema la palla demolitrice con la quale fare a pezzi “le cartoline turistiche” che certe produzioni “prefabbricate” sono solite imporci: la struggente vita sudamericana di “Amores Perros”, la forza del destino di Babel, i tormenti e le epifanie di “Biutiful” ed ora “Birdman”.

Un film, quest’ultimo, con il quale Inarritu, messicano in terra straniera, potrebbe mettersi alla stregua del grande cinema americano di Sydney Pollack, Robert Altman e del primo Scorsese, strizzando l’occhio anche al cinema nevrotico di Woody Allen.

Se a tutto questo si aggiunge un cast da capogiro (Michael Keaton, Edward Norton, Naomi Watts, Zach Galifianachis ed Emma Stone), le premesse per un capolavoro sono servite. Riuscirà l’eroe giunto da una terra straniera a non deludere le aspettative?

E’ tutto oro quel che luccica? Lo scopriremo il 5 febbraio. Trattenete il fiato.