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“Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters

Tra il 1914 ed il 1915, sul Reedy’s Mirror di St. Louis, Edgar Lee Masters pubblicò una serie di poesie ispirate all’Antologia Palatina e Elegia scritta in un cimitero di campagna di Thomas Gray. Un anno quei componimenti vengono pubblicati in un’unica raccolta: l’ “Antologia di Spoon River“.

Poesie concepite come dei veri e propri epitaffi per raccontare persone comuni, nate e cresciute nel piccolo paesino di Spoon River, ma che sono tutte, in un modo o in un altro, decedute.

Al contrario di quanto si possa pensare, nella raccolta, ogni singolo individuo prende la parola e si racconta. Parlano del loro modo di essere, del modo di vivere, delle particolari famiglie che abitano nel paesino, dei passatempi, e di tutto ciò hanno fatto nella loro vuota e ordinaria vita.

Ma quello che ha di sensazionale l’ “Antologia di Spoon River” è che i personaggi raccontano, nei minimi dettagli, il modo in cui sono morti. Quasi a voler esorcizzare la paura della morte, un modo per farsi beffa di un qualcosa di cui si ha paura, ma che in fondo fa parte del corso naturale della vita.

Pubblicato nel 1916 “Antonologia di Spoon River” è uno dei capolavori della letteratura mondiale contemporanea.

Il libro, anche in Italia ha riscontrato un enorme successo. Esso arrivò da noi grazie alla fedele traduzione della grande scrittrice Fernanda Pivano, la quale aveva sentito parlare del libro da Cesare Pavese.

Quest’ultimo si era recato negli Stati Uniti per un viaggio di piacere, ed era stato folgorato da queste poesie. E ne portò una copia in Italia. Decise così di farla vedere alla sua cara amica Fernanda la quale nel 1943 propose la traduzione ad Einaudi che decise infine di pubblicarlo.

A. C.

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