All’Orto Botanico ultimo appuntamento di “Come alla Corte”

“Come alla Corte”, appuntamento conclusivo con la letteratura, con un percorso che va da Giovanni Boccaccio a Giorgio Bassani presso l’Orto Botanico di Napoli.

Il Paradiso d’altra parte non è che un giardino“: scrisse una volta Alberto Savinio. La sua natura possiede alcuni caratteri essenziali: una vegetazione ampia e colorata, una temperatura mite, l’acqua dei ruscelli chiara e trasparente. Questa è la sua matrice antica. Quando l’Eden si è umanizzato ed è diventato uno scenario della vita terrena, si è trasformato in un topos. Ha indossato i tratti del locus amoenus, illustrato con i predicati fissi di un ambiente sereno e ideale, luogo di armonia e di felicità al riparo da qualunque conflitto. Proprio per queste ragioni il giardino si presenta come una costante dell’immaginazione letteraria. Racchiude l’ipotesi di un mondo e delle sue leggi. Evoca un sogno di felicità o di pace. Oppure, al contrario, privato delle sue qualità, mette in scena il disordine della storia o la presenza del male nel destino degli uomini. In ogni caso, qualunque funzione assuma, il giardino in letteratura mantiene un’altissima densità simbolica. Perciò può contenere perfino il senso globale di un’opera.

Un viaggio attraverso i giardini nella letteratura si offre, perciò, come un modo per interrogare alcuni grandi autori. Ognuno di loro ha utilizzato la potenza metaforica del giardino e ne ha tratto lo spunto per una personale reinterpretazione. Per Dante, per esempio, ilGiardino terrestre è una figura diretta dell’Eden. Rappresenta, prima dell’approdo ai cieli del Paradiso, il punto d’arrivo dell’ascesa di un’anima attraverso le tenebre dell’Inferno e le penitenze del PurgatorioBoccaccio, a sua volta, porta in un giardino la sua brigata di uomini e donne: in fuga da Firenze assediata dalla peste e dalla morte. Proprio nello spazio di un luogo protetto, immune dalla violenza del contagio, i giovani raccontano storie di ogni tipo. Ricostruiscono nella trama delle loro novelle il mondo della vita. Ne rappresentano le forze e le leggi. Ne esaltano l’intelligenza e il piacere, ma mettono in scena anche le crudeltà o la stupidaggine. A differenza del sapere delle scuole o di quello della Chiesa, il loro raccontare non ha altro obiettivo che il diletto: il godimento della mente, che nel racconto riscopre le radici stesse della vita. Il giardino di Boccaccio diventa così il laboratorio di un mondo nuovo, illustrato nella ricchezza dei suoi casi e possibilità.

Per Tasso, invece, il giardino di Armida è il luogo della seduzione e dell’inganno. I guerrieri cristiani devono difendersi dalle lusinghe del peccato e dalla tentazione dei piaceri. Immessi nello spazio di un giardino abbellito da ogni incantesimo, attraversano l’universo della sensualità e dell’eros, protetti solo dalla corazza della loro ragione. Il giardino di cui parla Rousseau, nella Nouvelle Hélse, ha ancora un’altra tonalità. Mostra l’aspetto di uno spazio naturale, selvaggio e confuso. Di fatto, dietro l’apparente disordine di una vegetazione libera e spontanea, c’è la regia di una mente accorta, che lascia via libera alla natura, ma ne governa il corso con la forza della ragione.

Nell’Ottocento italiano i giardini prendono tre funzioni opposteFoscolo oppone i giardini cimiteriali inglesi allo scenario funebre e pauroso delle sepolture cristiane. Manzoni, a sua volta, trasferisce nella vigna di Renzo, messa a soqquadro da ogni tipo di violenze, il guazzabuglio della storia e il groviglio delle reazioni umane. Per Leopardi, infine, un giardino bellissimo può diventare una maschera illusoria, che rivela, a un occhio sapiente, la condizione generale della sofferenza.

In definitiva, per ognuno il giardino si offre come una metafora che contiene, nei suoi ordini o nel suo disordine, nei profumi dei mille fiori o nella seduzione dei colori, un’immagine stessa del gran gioco della vita e della morte.

Matteo Palumbo insegna Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. I suoi studi, divisi tra cultura rinascimentale e romanzo otto-novecentesco, si sono prevalentemente orientati su Svevo, su Guicciardini e su Foscolo. Collabora a riviste italiane e straniere. Fa parte del Comitato direttivo delle riviste Filologia e criticaCritica letteraria ed Esperienze letterarie.

È condirettore della collana Letterature presso l’editore Liguori di Napoli. È stato visiting professor presso numerose università straniere. Le sue pubblicazioni più recenti sono: Il romanzo italiano da Foscolo a Svevo, Roma 2007; Foscolo, Bologna 2010; introduzione e commento a U. Foscolo, Poesie, Milano 2010; «Mutazione delle cose» e «pensieri nuovi». Saggi su Francesco Guicciardini, Bruxelles 2013.

Per motivi organizzativi è necessario confermare la presenza registrandosi online alla pagina http://www.f2cultura.unina.it/dal-decameron-ai-finzi-contini-la-vita-letteraria-dei-giardini/

Il programma, i video ed altre informazioni sono reperibili sul sito web di Ateneo www.f2cultura.unina.it

L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube di Come alla Corte https://www.youtube.com/channel/UCmeZIFuEq-sIcpR9AoavEKQ

Alla conferenza seguirà un momento conviviale in occasione della chiusura della XIII edizione.

Si ricorda che non è possibile prenotare posti a sedere e l’ingresso è consentito fino ad esaurimento dei posti. Eventuali variazioni saranno comunicate attraverso il nostro sito e i social network.