“Sette minuti dopo la mezzanotte”, l’emozionante fantasy di Bayona

Conor O’Malley (Lewis MacDougall) è un ragazzino che vive con la mamma (Felicity Jones) gravemente malata e che a scuola è preso di mira da alcuni compagni. Una notte il secolare albero di tasso che abita la collina si anima e propone a Con un patto: gli racconterà tre storie; toccherà poi al ragazzo raccontare la storia più importante, la verità.

È nelle sale “A Monster Calls”, l’ultimo lavoro di J. A. Bayona, adattamento cinematografico del poetico romanzo di Patrick Ness, qui sceneggiatore. Il regista di “The Orphanage” e “The Impossible” torna con un fantasy dai toni malinconici.

In Italia è “Sette minuti dopo la mezzanotte”, ora in cui il ragazzo comincerà a ricevere le visite dell’imponente e saggio Mostro-Albero, che lo condurrà in un viaggio fantastico all’insegna del coraggio e della fiducia.

Mentre l’Albero della guarigione (nella versione originale Liam Neeson) con voce profonda racconta, Conor intinge la punta del pennello nella tavolozza dell’immaginazione e gli acquerelli prendono vita.

Il sogno risponde all’esigenza di Con di evadere dalla realtà e al tempo stesso aiuta il ragazzo ad affrontare ciò che di reale lo spaventa.

La pellicola che vede l’alternarsi di tecniche d’animazione e misurati effetti speciali, celebra una pagina della storia del cinema quando madre e figlio commentano la scena in cui il King Kong di Cooper e Schoedsack del ’33 precipita dall’Empire State Building.

Il regista spagnolo crea un equilibrio delicato: senza stemperare i toni accesi del dolore, ci propone un racconto mai neppure soffuso di sentimentalismo.

“Sette minuti dopo la mezzanotte” è un’analisi a tratti cruda e schietta di un tema spesso utilizzato nelle storie per ragazzi, un profondo racconto di crescita, una fiaba gotica capace di emozionare.

Cri. Sco. d’Ab.