Napoli velata secondo Pipolo

A due anni dalla scomparsa del famoso fotografo partenopeo Oreste Pipolo, le figlie Miriam e Ivana hanno voluto esporre le immagini tratte dall’ultimo progetto fotografico: “Napoli Velata”,una mostra fotografica che è possibile visitare presso il complesso monumentale San Severo al Pendino in Via Duomo 286 fino al 18 febbraio
“Pipolo è il fondatore di un neorealismo fotografico che unisce indissolubilmente il rito del matrimonio alle persone”, scrive Domenico Iannaccone nel libro Napoli Velata.
Così il velo bianco, l’oggetto puro che simbolicamente rappresenta il matrimonio, diventa elemento di protezione degli esseri umani e delle cose. In giro con lui per la città ho avuto il privilegio di assistere, non solo come spettatore, alla realizzazione di una vera e propria performance artistica: la Napoli Velata”. A questo progetto ha partecipato anche il regista Matteo Garrone che realizzò il documentario “Oreste Pipolo: fotografo di matrimoni”.

“Napoli velata” allude tanto alla “Peste” narrata da Curzio Malaparte quanto al Cristo in marmo di Giuseppe Sanmartino, che illumina una città che sopravvive tra desideri e tragedie. “Ogni singola foto – spiega Oreste Pipolo – è già una scelta di visuale e, quindi di visione. Spesso anche di denuncia, come accade nelle immagini relative alle rovine del museo di Città della scienza o allo stato di abbandono di alcune sculture e fontane della città di Napoli. Da queste immagini è possibile addirittura rievocare il pensiero di Schopenhauer. Il filosofo affermava che il “vero” mondo si nasconde agli occhi dell’uomo. Il mondo vero si trova proprio dietro un velo. Questo velo è, appunto, il metafisico “velo di maya”.

INFO:  www.orestepipolo.it