Napoli, bella e oscura secondo De Giovanni

Vita quotidiana dei bastardi di Pizzofalcone è ciò che serviva a chiudere il cerchio che, nel 2013, Maurizio De Giovanni aveva cominciato a tracciare.

In quell’anno, De Giovanni inventa otto poliziotti veri, li mette in un commissariato sull’orlo di una crisi di nervi, la cui missione si compie in una città impossibile: nasce il ciclo de I bastardi di Pizzofalcone, per Einaudi Stile libero.

Romanzo poliziesco per definizione e sentimentale per necessità, racconta di uomini e donne con più di qualche rimorso nella vita privata e non meno scheletri, nell’armadio di quella lavorativa. Tutti accomunati dalla stessa urgenza: giocarsi la loro ultima possibilità di riscatto. Si incontreranno nel territorio comune del niente da perdere e finiranno per confrontarsi con una versione migliore di se stessi.

E’ così che, la Vita quotidiana dei bastardi di Pizzofalcone, da pochi giorni sugli scaffali ed edito sempre da Einaudi Stile libero, dà voce alle singole personalità che si erano avvicendate sulla scena del precedente romanzo e poi della fiction.

L’ ispettore Lojacono, la PM Laura, Luigi, il capo questore e poi Ottavia, Giorgio, Marco, Alex, Francesco. Questa, la rosa della squadra investigativa più tormentata e affascinante del momento. Loro, i personaggi del primo romanzo e le persone di questa nuova dimensione quotidiana.

Si raccontano, si confessano, si spogliano, come nel precedente racconto non erano stati capaci di fare.

(Cla. Guc.)