La splendida decadenza del “Satyricon” al San Ferdinando

Il grande capolavoro di Petronio nella rilettura di Francesco Piccolo. Arriva al Teatro San Ferdinando “Satyricon” per la regia di Andrea De Rosa, in scena dal 9 al 19 gennaio.

«Abbiamo un po’ tutti la sensazione di stare vivendo un periodo di impasse, di decadenza e di transizione verso qualcosa di sconosciuto. Da quando sono crollate le ideologie e le utopie che hanno segnato e insanguinato il Novecento sembra essere venuta meno la direzione storica da seguire e, non essendo chiara la méta, sembra non ci sia altra strada che girare a vuoto».

Così il regista Andrea De Rosa introduce il Satyricon di Francesco Piccolo ispirato a Petronio che dopo l’acclamato debutto al Teatro Grande di Pompei nell’ambito della terza edizione della rassegna Pompeii Theatrum Mundi e le recenti rappresentazioni al Teatro Argentina di Roma, giunge al Teatro San Ferdinando dal 9 al 19 gennaio.

Interpretato da Antonino Iuorio, Noemi Apuzzo, Alessandra Borgia, Francesca Cutolo, Michelangelo Dalisi, Flavio Francucci, Serena Mazzei, Lorenzo Parrotto, Anna Redi, Andrea Volpetti, le scene e i costumi dello spettacolo sono di Simone Mannino, le luci di Pasquale Mari, sound design di G.U.P. Alcaro, le coreografie di Anna Redi. La produzione è del Teatro Stabile Napoli – Teatro Nazionale, Teatro di Roma, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia.

Nel 66 d.C moriva Petronio Arbitro, maestro di buon gusto alla corte di Nerone, travolto dalla repressione di una congiura alla quale sembra non avesse partecipato. Tradizionalmente si attribuisce a lui il romanzo noto come Satyricon, pervenutoci in forma frammentaria e noto al grande pubblico soprattutto per la geniale (e libera) rilettura di Fellini.

Un mix di sorprendenti brandelli narrativi, tra sesso, strani riti, naufragi, risse, speculazioni d’arte, truffe ben congegnate e licantropi, tra i quali spicca qualche porzione più ampia come la celeberrima, scintillante Cena di Trimalchione.

Andrea De Rosa lo trasforma in teatro affidandosi alla penna sagace di Francesco Piccolo che così parla del suo approccio alla riscrittura: «La decadenza di Roma, l’opulenza disperata, la corruzione, il mecenatismo un po’ burino. Le feste, le cene. Tutto questo è stato già raccontato da Petronio ed è però ancora tutto da raccontare.

Provare a riscrivere e rendere contemporaneo il Satyricon, usando i tic linguistici della mondanità decadente di oggi, è sia elettrizzante sia in qualche modo naturale. Insomma, bisogna provarci».

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