Il mondo di Troisi in una casa-museo

“La casa di Massimo Troisi” è il museo dedicato all’attore di San Giorgio a Cremano, che è stato inaugurato il 19 febbraio 2015, nel giorno dell’anniversario della nascita.

Sito in Villa Bruno (via Cavalli di Bronzo, 22), vede la direzione artistica del fratello dell’attore, e all’interno ospita oggetti e ricordi di Massimo: la bicicletta de “Il Postino”, gli strumenti musicali che faceva suonare agli amici, il divano di casa, le foto che lo ritraggono in momenti privati, le locandine dei film.

Soprannominato «il comico dei sentimenti» o il «Pulcinella senza maschera», è considerato uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano.

Adoperò uno stile inconfondibile, che risaltava una capacità espressiva sia verbale sia mimica e gestuale con la quale riusciva a unire ruoli comici a quelli drammatici.

Occasionalmente si distinse anche al di fuori della recitazione, lasciando altri contributi: scrisse infatti O ssaje comme fa ‘o core, una poesia messa in musica dall’amico Pino Daniele, conosciuto nel 1977, anno in cui esordì in tv con la Smorfia, insieme a Lello Arena ed Enzo Decaro.

Il nome la Smorfia fu dato al gruppo da Pina Cipriani, direttrice del San Carluccio, che alla domanda: «Ma come vi chiamate?» ricevette, per l’appunto, in risposta da Massimo una smorfia, richiamando in questo modo una delle principali tradizioni napoletane: l’interpretazione dei sogni e la risoluzione di questi in numeri da giocare al lotto. La cosa risultò talmente simpatica che, anche per scaramanzia, i tre adottarono questo appellativo.

Negli anni ’80 ci fu il passaggio al grande schermo con Ricomincio da tre, a seguire le collaborazioni con Benigni, Scola e Mastroianni (anni 1984-1988): è del 1984 Non ci resta che piangere.

Negli anni ’90 gli ultimi lavori: nel 1993 ultima le riprese de Il postino, diretto dall’amico Michael Radford, nello stesso anno subì un intervento al cuore negli Stati Uniti, che non gli procurò i miglioramenti che i medici gli avevano promesso, anzi da allora la sua salute cominciò una fase di declino.

Le condizioni di Troisi peggiorarono giorno dopo giorno, al punto da costringerlo a farsi sostituire, durante le riprese de Il Postino da una controfigura nelle scene più faticose. In un’intervista, l’attore Renato Scarpa dichiarò che Troisi disse «questo film lo voglio fare con il mio cuore».

Troisi morì prematuramente nel sonno dodici ore dopo la fine delle riprese, il 4 giugno 1994 a Ostia, nella casa della sorella Annamaria, a soli quarantuno anni, per un fatale attacco cardiaco.

Le sue spoglie sono conservate nel Cimitero di San Giorgio a Cremano, insieme con quelle della madre e del padre.

Troisi è entrato nel cuore di tutti i napoletani e non solo, e ci è rimasto.

E’ patrimonio artistico e culturale delle città di San Giorgio e Napoli, che continuano ad omaggiarlo con mostre, incontri e rassegne teatrali a lui dedicate.

La biciletta de Il postino è l’oggetto più fotografato del museo, che per l’occasione dell’anniversario di nascita e morte e durante il Premio Massimo Troisi (concorso dedicato allo spettacolo) resta aperto tutta la giornata, con orario no stop dalle 9 alle 18.

Fra. And.