Fiabe, realismo e oggetti desueti. Scopri cosa leggere


Il caldo è arrivato e con lui il momento di fare il cambio di stagione e i progetti per il prossimo anno accademico. Cos’è davvero inutile e cosa invece ci serve davvero? Qual è la funzione delle attività che affrontiamo e degli oggetti che ci accompagnano?

I consigli di lettura di Radio F2 per mettere ordine tra le nostre priorità, tra classici e nuove uscite.

L’autrice del saggio “La scuola raccontata al mio cane”, già vincitrice del premio Calvino e finalista Strega 2001, torna con un nuovo romanzo: “L’esercito delle cose inutili” (Einaudi).
Partendo dall’incontro tra un vecchio asino e un libro, Paola Mastracola affronta un complesso interrogativo esistenziale con un taglio spregiudicato, pratico e godibile.
Nulla è di per sé inutile: il ”guardatore di Luna”, l’ingegnere, l’ “occupatore di panchine”, il medico, sono tutti sullo stesso piano.
Confermando un gusto per la deriva antirealistica, la Mastracola riesce a tematizzare un argomento particolarmente delicato in una forma quasi fiabesca.

Di cose inutili parla un classico della saggistica di ambito comparatistico, oggi in una nuova versione riveduta e ampliata per Einaudi: “Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura” di Francesco Orlando.
Quale è il senso (letterario) della folla di oggeti che non servono disseminati nei romanzi del Novecento? Dai soprammobili di Gozzano alle navi di Poe, Orlando costruisce una tassonomia utile a comprendere i testi liberi dalle categorie periodizzanti più comuni.

Ora lasciamo lo stivale, i geta sono più freschi. Marie Kondo è diventata un idolo nel Sol Levante insegnando ai Giapponesi l’arte di riordinare casa. Cosa ha reso “Il magico potere del riordino” un libro tanto interessante da essere tradotto in trenta lingue? L’autrice ha buon gioco a fare di un’ attività casalinga l’immagine della nostra autocoscienza. Gli oggetti non sono che strumenti del vivere e per ciascuno di essi va deciso se ci sono stati utili, se ci serviranno nel futuro, se ha senso farne reliquie per la memoria. Nulla di ciò può essere fatto senza una preliminare analisi di coscienza circa le nostre aspettative e lo stato della nostra vita.

Miss Kondo sarebbe orgogliosa dell’abitazione di Johnatan, protagonista de “Il Piccione”, di Süskind (Tea). Tutto è funzionale, nulla ridondante: l’ingranaggio di un orologio abitabile.
Questa routine perfetta è turbata purtroppo dall’invasione di un piccione e l’intrusione dell’animale diventa una epifania kafkiana. Johnantan, specchiandosi nell’occhio della bestia, non saprà più viversi come prima. Forse giunge anche per lui il momento di concedersi una vita più dignitosamente inutile?

Fern. Scan.