Ascolta la voce di Pasolini

‘Comizi – Per Pier Paolo Pasolini’ è il modo con cui l’Ateneo federiciano partecipa alle celebrazioni del centenario di Pier Paolo Pasolini. E lo fa proponendo un’installazione sonora che mette al centro la voce di uno dei maggiori intellettuali del Novecento italiano.

Il 22 dicembre 2022, presso il Dipartimento di Studi Umanistici in via Porta di Massa 1, si aprirà Comizi – Per Pier Paolo Pasolini, il progetto frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Studi umanistici (DSU) e il Dipartimento di Architettura (DiARC).

Quattro cabine insonorizzate, le cui sagome richiamano le P dell’acronimo del poeta, accoglieranno chiunque vorrà ascoltare stralci di registrazioni di Pasolini. Sarà sufficiente introdursi nelle cabine, dunque, per ascoltarlo leggere poesie proprie e altrui, discutere le sue opere letterarie e cinematografiche, e ancora intento ad analizzare la società neocapitalista con l’acume che ne ha contraddistinto l’operato culturale.

L’installazione sarà visitabile fino al 31 marzo 2023. L’inaugurazione ufficiale avrà luogo nella prima metà di gennaio 2023, alla presenza delle autorità cittadine e accademiche – e di ospiti di rilevanza nazionale.

Letture, interviste, dichiarazioni sono raccolte dentro le quattro cabine vuote, in cui introdurre il proprio corpo, entrare in una dimensione puramente auditiva, offrirsi all’atto dell’ascolto, seguendo un percorso non prestabilito, ma scandito in quattro tappe che rappresentano altrettanti nodi del “discorso” del poeta corsaro: Comizi intende liberare Pasolini dalla propria icona per restituirne la presenza incorporea attraverso la voce, che dà materia alla potenza della parola.
L’intelligenza e la passione di quello che Pasolini ci ha detto passano attraverso il tono, le modulazioni, le inflessioni, la misura del suo parlato. Il timbro sottile e preciso con cui egli ha rivestito i suoi versi e i suoi pensieri, in occasioni pubbliche e private, penetra l’ascoltatore, condizionandone l’immaginario.
Le molteplici incarnazioni dell’opera di Pasolini risuonano con diverse frequenze nella loro forma immateriale, flatus vocis che le trasforma in “tracce” di un discorso battente oltre i confini di ciò che si può vedere, per ribadire che «non c’è altra poesia che l’azione reale».

Allegati: