Napoli raccontata da Maurizio de Giovanni

F2 Cultura promuove un nuovo ciclo seminariale con Maurizio de Giovanni dal titolo “La storia e la città tra parole e immagini”. Il primo incontro, “La città del racconto e il racconto della città”, si terrà il 26 marzo 2018, ore 17, presso l’Aula Magna del Liceo statale Genovesi. I lavori, aperti dai saluti di Arturo De Vivo (Prorettore Federico II), Edoardo Massimilla(Direttore Dipartimento Studi Umanistici) e Maria Filippone, (Dirigente scolastico Liceo Genovesi), saranno introdotti da Pasquale Sabbatino, coordinatore del Master in Drammaturgia e Cinematografia.

Autore di racconti e romanzi che hanno come epicentro la Napoli degli anni Trenta e quella contemporanea, de Giovanni dimostrerà in che modo le storie, quelle che danno corpo e anima al dolore e alla gioia, si riflettono nel groviglio della città.

«Il luogo metropolitano – afferma Maurizio de Giovanni – è un posto stranissimo da raccontare, è un posto che più viene raccontato e meno si arriva a capirlo perbene. E un posto come Napoli lo è in particolare. Napoli è la città più stereotipata del mondo, dove tutto è il contrario di tutto. Siamo passati da uno stereotipo ad un altro, di volta in volta questa città è stata raccontata in una chiave che si è preteso essere l’unica possibile. Napoli è pizza e mandolino, è la valigia di cartone degli immigrati ed emigranti, è Napoli Milionaria, è quella della Pelle di Malaparte. Napoli è quella di Rosi o di Bellavista, è la città cialtrona che si arrangia. Napoli è Gomorra. Ci sono, quindi, varie maniere per raccontare Napoli e nessuna di esse è sbagliata. Questa è l’unica città che ha la periferia in centro e non c’è quartiere che non abbia il suo contrasto. Ma i contrasti di Napoli danno luogo ad una possibilità narrativa senza precedenti. La sovrapposizione di luoghi così fortemente connessi e, allo stesso tempo, così fortemente separati nella stessa città è il paradiso per uno scrittore».

Napoli occupa un ruolo essenziale nella narrativa di Maurizio de Giovanni. La città è il protagonista collettivo, l’insieme unitario, pure nelle diversità, dei suoi abitanti. «E se Napoli è un sol corpo umano-sociale – spiega Pasquale Sabbatino – con le sue stanze dell’anima dove si cerca il bene ma si trova il male, allora la città reale diviene simbolo della condizione dell’umanità, un modo per raccontare la vita ordinaria degli uomini, una scelta narrativa per rappresentare l’inferno quotidiano della modernità. Nel caso di Maurizio de Giovanni Napoli non è solo il luogo in cui sono ambientati i romanzi, il luogo con squarci di paesaggio, strade maestre e budelli di vicoli, stagioni e colori, odori e fetori, silenzi e rumori, grida dei venditori e urla di rabbia, lacrime di gioia e pianti di dolore, ma è il protagonista tra i protagonisti. Un Personaggio vivo, con la sua anima che guarda al bene e cade nel male, si sforza di volare verso l’alto e precipita nel baratro, mostra il lato chiaro e viene assalita dal lato oscuro».

Dedicato alla città e ai suoi racconti, questo primo appuntamento verterà, quindi, sulle scelte narrative per disegnare l’immagine di Napoli attraverso la sua quotidianità, quella – per dirla con Italo Calvino – “che abitiamo tutti i giorni” e “che formiamo stando insieme”.