“Emone”. Tutto il dolore di Antigone al San Ferdinando


Parliamo di antica Grecia, parliamo di Antigone, la celeberrima tragedia di Sofocle.

E di conseguenza in questo scorcio finale di marzo parliamo di “Emone. La traggedia de Antigone seconno lo cunto de lo innamorato”, testo dello scrittore napoletano Antonio Piccolo vincitore nel 2016 del Premio per la Nuova Drammaturgia italiana promosso dalla Fondazione P.L.A.TEA., che sarà messo in scena dal Teatro San Ferdinando dal 20 al al 25 marzo.

La regia, le scene, i costumi e disegno luci sono ad opera di Raffaele Di Florio, le musiche di Salvio Vassallo
e gli attori sono Paolo Cresta, Gino De Luca, Valentina Gaudini, Anna Mallamaci, Marcello Manzella.

Rivisitazione la chiamano, ed è così infatti ma da un diverso punto di vista.

Emone è il più giovane dei figli di Creonte,  il re di Tebe nonché fidanzato e promesso sposo dell’eroina, di Antigone.

Lo scrittore Antonio Piccolo ripropone personalmente il mito secolare di Antigone, da un punto di vista che non era mai stato considerato: quello appunto di Emone, focalizzandosi sul suo peculiare punto di vista.

Una dicotomia lo spettacolo che ci sarà al Teatro San Ferdinando, originale trasposizione e rappresentazione del mito sofocleo. Un attraversare simultaneamente tutte le tipologie di generi teatrali, dalla tragedia alla commedia, passando per la farsa avvalendosi di quella spinta folcloristica in più che può essere il dialetto napoletano che di per sé è un mix riuscitissimo di volgo e lettere, di lirismo e comicità, di elite e popolo.

Un testo che si rifà ad un grande passato ma si lancia senza timori verso il contemporaneo in una consueto bipolarismo, un continuo e labile oscillare tra la risata e il pianto.

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