Alla Pietà de’ Turchini il suono del sudamerica

Domenica 14 gennaio alle ore 19, presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena (via S. Caterina da Siena 38, Napoli), il Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini presenta “Misa Criolla” e “Navidad Nuestra”, le esecuzioni dei due capolavori di Ariel Ramìrez, il compositore argentino di Santa Fé che, nato nel 1921, seppe unire alla formazione classica la scoperta della tradizione musicale creola e di quella dei “gauchos”, i mandriani delle pampa dell’America del Sud. L’incontro, nel 1941, con il mito della musica folclorica argentina Atahualpa Yupanqui, durante gli studi al Conservatorio Nacional di Buenos Aires, gli valse la scoperta della “zamba” argentina, dei ritmi tradizionali dell’area nord-orientale della sua terra e la creazione di un sincretismo culturale e musicale senza pari. Ad interpretare le due partiture di Ariel Ramìrezl’Ensemble vocale della Cappella musicale di Sant’Antonino, diretto da Antonio Maione, con il soprano solista Maria Ercolano e gli strumentisti Ugo Ercolano (tastiere e maestro del coro), Gaetano Ambrosino (violino), Antonio Lambiase (contrabbasso), Maximiliano Soccodato (chitarra) Vincenzo Racioppi (charango) Pasquale Benincasa (percussioni). Biglietto intero € 10,00 | Biglietto ridotto € 7,00* over 60, under 30, Soci Fai, Feltrinelli Card, Wine&theCity Card, Artecard, Associati Distretto Culturale Siti Reali. Biglietti disponibili sul circuto online azzurroservice.net o al botteghino mezz’ora prima del concerto-

«L’idea di scrivere una composizione sacra venne a Ramìrez già a partire dagli anni Cinquanta. – spiega Antonio Maione – Durante un soggiorno in Germania, il compositore di Santa Fé conobbe due suore tedesche, Elizabeth e Regina Brückner, le quali gli raccontarono degli sforzi che avevano compiuto durante la Seconda Guerra Mondiale per aiutare i prigionieri di un campo di concentramento vicino al loro convento, mettendo a repentaglio le loro vite pur di assicurargli del cibo. Il racconto – prosegue Maione – impressionò l’autore a tal punto da spingerlo ad ideare una composizione dedicata alle due suore, che onorasse la vita umana senza alcuna distinzione di razza, di credenze o di origini e che, come disse lo stesso Ramìrez, “si riferisca all’uomo, alla sua dignità e valore, alla libertà e al rispetto dell’uomo in relazione con Dio, suo Creatore”».

Il progetto tuttavia prese forma solo negli anni Sessanta, quando il compositore concepì una Messa “con ritmi e forme musicali di questa terra”. L’idea venne sviluppata insieme al suo amico d’infanzia Padre Antonio Osvaldo Catena, all’epoca presidente della Commissione Episcopale per il Sudamerica ed autore dell’adattamento del testo liturgico della Messa Cattolica in spagnolo, secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II. Nacque così la “Misa Criolla”, che sposa la tradizione classica della Messa, intesa come forma musicale, alle sonorità e ai ritmi tipici del Sudamerica. Le cinque parti dell’Ordinarium Missae vengono infatti associate ad altrettante forme musicali della tradizione popolare di quella terra. La strumentazione prevede, accanto a strumenti “classici” come il pianoforte e il clavicembalo, strumenti folclorici come il charango, una chitarra a cinque corde dal suono caratteristico, oltre ad una grande varietà di percussioni. Il brano fu inciso nel 1964 ed ebbe immediatamente un enorme successo. Vinse infatti il disco di platino, a testimonianza della risonanza mondiale che ottenne, e fu presentata a Paolo VI come “opera di importanza religiosa universale”. Insieme alla Misa Criolla, Ramìrez compose anche la Cantata “Navidad Nuestra” (“Il Nostro Natale”), che costituiva originariamente il lato B del disco. Si tratta di un’opera basata su sei episodi del Vangelo dell’infanzia di San Matteo e San Luca, musicati con melodie e ritmi tipici della tradizione musicale argentina. I testi sono di Félix Luna, celebre poeta e scrittore argentino ed importante esponente della cultura sudamericana della seconda metà del Novecento. La Cantata descrive la nascita di Gesù con la vivacità, i colori e la gioia caratteristici dei popoli latinoamericani, così lontani da noi ma così affini al nostro modo di sentire lo spirito del Natale.