La guerra dei mondi: cronache di un rave apocalittico.

È un pomeriggio cupo a Napoli; nuvole imperversano sul capoluogo partenopeo sin dal mattino, ogni tanto qualche goccia di pioggia acida arriva a terra.
Una ex base militare in una zona industriale, Agnano, riecheggia di suoni assordanti e poco riconoscibili ad un orecchio non allenato.
Dalle 13 giovani appassionati ballano sulle note della musica dance ed elettronica più diffusa nei club europei.
Lo scenario è degno di un b-movie catastrofico sugli ultimi giorni di un pianeta in pieno conflitto atomico: capannoni militari vuoti ed abbandonati, macchine e motorini che sfrecciano ovunque, bevande dai colori esotici sull’asfalto, giovani ragazzi e ragazze vestiti (e svestiti) nei modi più impensabili che ballano senza sosta (quasi) come sotto effetto di sostanze psicotrope.
Tutto questo è ciò che si presenta agli occhi di chi, nel pomeriggio-serata di sabato 2 giugno, entra nel più grande evento musicale (o rave per dirla nel gergo degli appassionati) del Sud Italia, il “Neapolis Of Love”, che prende il nome dal noto team internazionale di dj-organizzatori Angels of Love.
Sui tre palchi si esibiscono dj noti ed esordienti, in un mix di musica che, partito alle 13 di sabato, arriverà fino all’alba di domenica.
Frankie Knuckles, Steve Angello, Jeff Mills e The Servant sono solo alcuni dei nomi che si esibiscono sul palco centrale, ai cui piedi si affolla una calca di fan danzati sin dal tardo pomeriggio.
Attorno ai palchi, un imponente servizio di sicurezza e un nutrito staff di organizzatori gestisce il flusso di partecipanti, tra punti ristoro, artisti di strada che giocano letteralmente con il fuoco, e stand promozionali degli sponsor.
A noi inviati non sfuggono le piccole mode e i segni distintivi che impazzano tra i fan: canotte attillate, maglie laminate, occhiali da sole, calzerotti da calcetto, giacche militari e tatuaggi ben esibiti per lui, stivali da amazzone, cappelli texani, schiene nude per lei.
I dj si avvicendano sui palchi, in perfetta sintonia tra loro, e gettandosi tra le ali di folla dei fans.
Siamo in una grande festa che celebra la fine della modernità, tra i personalissimi stili di abbigliamento dei partecipanti, una musica senza senso e melodia che accompagna movimenti che del “ballo” classico non hanno nulla, e una fusione collettiva di anime e sensazioni.
Stiamo davvero entrando in una nuova era, è in atto la guerra tra il mondo della modernità e quello prossimo venturo della post (ma anche iper)-modernità: abbiamo forse assistito all’apocalissi che segna la fine del mondo che noi tutti conoscevamo!   
 
 
F.M.