Una moderna antichità nel romanzo di Marco Perillo

La necropoli della flotta augustea a Cappella, l’antro della Sibilla a Cuma, il porto di Pozzuoli: sono questi alcuni dei luoghi presso i quali si svolge l’ultimo romanzo di Marco Perillo, il poco più che trentenne autore di «Phlegraios». Perillo dedica il suo lavoro alla memoria di un eminente poeta flegreo, Michele Sovente, nel cui borgo natio la narrazione prende inizio.

«Phlegraios» è un romanzo d’avventura: il protagonista, venticinquenne archeologo che parallelamente alle indagini vive un’evoluzione spirituale, ritrova un importante documento testimoniante le vicende del passaggio di San Paolo a Pozzuoli, la “Roma di zolfo” tramite la quale il messaggio evangelico si diffuse nell’Occidente. Sulla scorta delle indagini, e qualsiasi sia la bontà intrinseca del materiale storico utilizzato, al lettore si offre la possibilità di un tour nell’interessante patrimonio archeologico locale, purtroppo di difficile fruizione diretta, ma non per questo meno affascinante.

Lo stile del testo non disdegna l’inclusione di varietà linguistiche diverse che, assieme alla attenta riproduzione dell’onomastica locale, permette una pittura davvero sincera della zona flegrea.

Fer. Fev.