I Subsonica in concerto ad Eboli

Le lancette dell’orologio segnano le 21:50 quando la musica d’attesa sfuma e il Palasele di Eboli inizia a vibrare. Samuel, CMax, Boosta e gli altri componenti dei Subsonica si materializzano sul palco e, con le note di “Veleno”, brano tratto dal nuovo album “L’eclissi”, danno inizio alla grande performance musicale nel giorno dedicato alle donne.

Sound elettronico e proiezioni cromatiche si fondono in un travolgente ritmo. È un susseguirsi di brani da “Discolabirinto” a “Nuvole rapide”, da “Nuova ossessione” fino a “La Glaciazione”, brano che più di tutti riassume lo spirito del quinto album della band. “Il gelo della glaciazione – tuonano dal palco – è l’ibernazione di un’epoca che ha smesso di percepire il futuro”.

“L’eclissi” è un album fluido, ritmicamente avvolgente, stilisticamente ambizioso. L’attenzione per l’estetica sonora non toglie spazio ai contenuti, ricco com’è di tematiche delicate e scottanti, un tuffo nei problemi dell’attualità. La violenza sui minori, incolpevoli e innocenti, in “Canenero”. I suoni inquietanti dei bombardamenti in “Ali scure”. Un omaggio a Roberto Saviano e al suo coraggio in “Piombo”, testo scritto a quattro mani con Meg, ex voce dei 99 Posse.

Temi di calda attualità si intrecciano con argomenti strettamente personali, come in “Quattrodieci”, brano e data insieme della scomparsa di una cara amica del gruppo in un incidente stradale.
È proprio questa la bellezza dell’ultimo album: essere figlio del suo tempo, sapere descrivere umori e sentimenti di vita reale.

Mentre si susseguono brani del passato e del presente, arriva la mezzanotte e il gruppo torinese va via. Non prima di concedere al Palasele che non ne vuole sapere di lasciarli andare via il loro successo sanremese “Tutti i miei sbagli”. Ed è un vero canto corale.
Con “Stagno” si ritorna alla realtà ed è davvero finita la performance.
Ma restano vivi il ricordo delle emozioni trasmesse, della bella scenografia e della grande energia del gruppo torinese.

(S. R.)