Diego De Silva “Non avevo capito niente” Oltre l’ironia

La forza del libro è nella narrazione: scritto in prima persona, con uno stile efficace che racconta gli stati d’animo e la filosofia del protagonista; che si autodefinisce uno dei nuovi poveri dell’era moderna.

È un personaggio stupito dalla vita ma allo stesso tempo cosciente, un avvocato napoletano quarantenne nel cui nome, Vincenzo Malinconico, è scritto il suo destino.

La vita di Vincenzo non sembra andare nella direzione giusta, lavora poco e male, arreda casa e studio con mobili prefabbricati,
divorziato con due figli ed è ancora innamorato della moglie. Nella sua vita piatta accade però qualcosa.

Viene nominato difensore d’ufficio di un becchino di camorra e deve ripassare il bignami di diritto per ricordare gli argomenti. Vince la causa, ma altri eventi accadono: acquista prestigio e incontra la bella Alessandra, Pubblico Ministero del tribunale, che si innamora di lui. Intanto Vincenzo riflette sulla vita, la delinquenza, l’amore e su quello che ha creato la sua esistenza e la sua memoria.

Si parla di argomenti che vanno dalla camorra ai rapporti interpersonali, trattati con leggerezza e humour, e gli aspetti molto seri della vita quotidiana vengono visti nella loro veste incongruente e per alcuni aspetti ridicola.

Su tutto c’è la voglia di opporsi alle prepotenze. Dietro un apparente aspetto ironico che nasconde delle profonde riflessioni sulla società moderna De Silva ci propone un’analisi del mondo che ci circonda, affrontandola con simpatia e originalità.

Un libro ricco, divertente, semplice e allo stesso tempo complesso da afferrare.

(G. L.)