Analisi di un declino: la cultura contemporanea secondo Vargas Llosa

Un termine antico, pieno di significato rischia di perdere senso e funzione in una civiltà come quella moderna e contemporanea, dove si assiste, impotenti, ad una imperante banalizzazione in tutti gli ambiti del sapere e della società.

Il premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa torna in libreria con “La civiltà dello spettacolo”, un saggio acuto e penetrante in cui lo scrittore peruviano riflette sul declino culturale del Novecento. Uscito l’anno scorso in spagnolo, ora disponibile nella traduzione di Federica Niola per Einaudi, La civilizaciòn del espectàculo è una dura radiografia delle condizioni culturali del presente: collocandosi sulla scia di intellettuali come  T.S. Eliot, George Steiner e Frederic Martel, che negli ultimi 70 anni hanno affrontato da prospettive diverse lo stesso problema, Llosa sostiene che la cultura sia stata fagocitata dalle esigenze di intrattenimento della civiltà presente.

Interessanti le circostanze in cui Llosa ha maturato l’esigenza di riflettere su questo tema: anni fa, visitando la Biennale di Venezia, considerata una vetrina della modernità artistica, allo scrittore peruviano sembrò una fiera della falsa modernità, dell’esibizionismo e della frivolezza.

Una presunta democratizzazione del concetto di cultura, che ha privilegiato la quantità alla qualità, ha comportato un suo inevitabile declino, per cui da faro che aveva il compito di illuminare la realtà, di stimolare la riflessione su di essa,  la cultura è passata a diventare meccanismo di intrattenimento , persino di distrazione. Per cui ecco che l’alta moda e la cucina sembrano essere diventati punti di riferimento centrali nella vita culturale; ecco che il giornalismo è preda del sensazionalismo, la politica della frivolezza e l’erotismo decade nella pornografia.

Insomma la cultura sta subendo una metamorfosi preoccupante, ma Llosa non cede al catastrofismo: gli intellettuali, troppo spesso assenti dal dibattito pubblico, devono recuperare le loro funzioni civili ed etiche, se non si vuole correre il rischio di perdere completamente il senso della “cultura”, di creare un caos dove tutto può diventare cultura, e più nulla ormai lo è.

(Mario Vargas Llosa, La civiltà dello spettacolo, Einaudi, 2013, € 17)

Fr. Ambr.