La caduta del regime di Pinochet nei giorni dell’arcobaleno

Cile, 1988. La popolazione è chiamata al voto. Il dittatore Augusto Pinochet, sotto la spinta di pressioni internazionali, è costretto ad indire un referendum: ai cileni è chiesto di scegliere se lasciare la guida del Paese in mano al Generale per altri 8 anni.

Per la prima volta dopo 15 anni i partiti di opposizione ottengono accesso al mezzo televisivo, anche se solo per 15 minuti al giorno. Ogni sera, i sostenitori del “NO”, guidati dal brillante pubblicitario René Saavedra, propongono al popolo un’alternativa democratica al regime.

La campagna di propaganda prende subito una direzione particolare: non si mira a porre l’accento sui soprusi e le violenze della dittatura ma, al contrario, si vuole lanciare un messaggio di speranza al popolo, prospettando la possibilità di un futuro migliore.

Il regista Pablo Larrain con “No – I giorni dell’arcobaleno” racconta una delle pagine fondamentali della recente storia cilena. E lo fa con una scelta stilistica particolare: raccontare la caduta del regime di Pinochet alternando, alla ricostruzione cinematografica, immagini di repertorio.

L’utilizzo per le riprese di una telecamera dell’epoca ha l’effetto di confondere lo spettatore, rendendo quasi indistinguibile il passaggio dalle fonti storiche alla finzione cinematografica e restituendo di fatto al pubblico l’idea di assistere alla visione di un documentario che ricostruisce la fine di un’epoca politica.

M. V.