LAST MINUTE MAROCCO

L’ultimo film di Francesco Falaschi, “Last Minute Marocco”, affronta un tema di grande attualità: l’incontro tra la cultura cristiana e quella musulmana, attraverso il racconto di un viaggio che diventa un momento fondamentale nella vita dei protagonisti. Per la sua storia, il regista ha scelto un cast d’eccezione, a cominciare dalla madrina ufficiale di Radio F2, Maria Grazia Cucinotta, per continuare con la star di “Notte prima degli esami”, Nicolas Vaporidis all’ormai famosissimo Valerio Mastandrea.

Il film, che esce oggi nelle sale, racconta la storia di Sergio (Valerio Mastandrea) un bioarchitetto con la passione per le energie rinnovabili, che dopo essersi separato dalla moglie, Valeria (Maria Grazia Cucinotta), vive con il figlio diciassettenne Valerio.

La ritrovata libertà di Sergio, con la fine del matrimonio, contagia, anche, suo figlio che decide, all’insaputa dei genitori, di evitare il solito raduno estivo in montagna e di unirsi a tre amici che stanno per partire per il Marocco: Andrea (Nicolas Vaporidis), diviso tra le canne e la ricerca di ragazze da sedurre, Giacomo, appassionato di musica marocchina gnawa e Samir, che si guadagna da vivere come piccolo spacciatore di hashish. La partenza di Valerio viene, però, scoperta dalla madre che costringe l’ex marito a partire per il Marocco alla ricerca del figlio. Il film affronta, in chiave di commedia, con toni, quindi, leggeri e piacevoli, temi importanti quali l’incontro tra il mondo cristiano e quello arabo, il rapporto padre/figlio, declinato sulla delicata chiave del genitore/amico e la possibilità di dare una svolta alla propria vita, anche, in età adulta.

La scelta del Marocco come teatro della storia si deve alla sua vicinanza geografica, adatta ad un viaggio adolescenziale, ed allo stesso tempo, alla sua distanza culturale, che permette di evidenziare la necessità di adattamento di un occidentale per la prima volta in Nord Africa.

Il viaggio rappresenta, quindi, un momento fondamentale nella vita di questi cinque uomini, proprio perché si traduce in un percorso psicologico, in un occasione per sviluppare un punto di vista diverso sulle cose e in un momento di crescita individuale. L’avventura in Marocco si traduce, infatti, in un percorso di conoscenza di un paese ricco di contraddizioni sia dal punto di vista sociale che da quello ambientale e paesaggistico. Un paese che potrebbe rappresentare una sorta di ponte tra il mondo occidentale e quello mussulmano, in cui il confronto tra le due culture potrebbe tradursi in un dialogo costruttivo e non in uno scontro tra posizioni inconciliabili.

e.d.t