Hitchcock, un “pezzo di vita” del maestro del brivido

Chissà che direbbe Alfred Hitchcock sapendo che oggi, 23 novembre, debutta nelle sale degli Stati Uniti un film dedicato a lui. O meglio, al momento in cui decise di girare quel capolavoro di regia che risponde al nome di Psyco. Forse non accoglierebbe di buon grado una pellicola incentrata su “un pezzo di vita”. Per lui i veri film erano “pezzi di torta”. Ma probabilmente, dopo le prime riluttanze, si deciderebbe ad assaggiarne una fetta.

L’Hitchcock di Gervasi, infatti, sembra preparato con gli ingredienti giusti: un concept intrigante che, pur collocandosi nel trito e ritrito panorama del biopic, getta lo sguardo su uno dei cineasti più originali, non solo per lo straordinario talento, ma anche per la bizzarra ed enigmatica personalità. Poi, un cast stellare: a calarsi nei panni del regista il Premio Oscar Anthony Hopkins, mentre Helen Mirren vestirà quelli di Alma Reville, compagna d’arte e di vita del maestro del suspense. Da notare inoltre James D’Arcy nello “schizofrenico” ruolo di Anthony Perkins. E, ad incarnare la diva Janet Leigh, una strepitosa Scarlett Johansson, molto vicina alla sensualità e alla bellezza delle bionde muse di Hitchcock.

Scrittore e documentarista, Sacha Gervasi ha scelto la strada mediana del docufilm, per conciliare un’esigenza di verità con la drammatizzazione della fiction. In più, un non trascurabile valore aggiunto: l’intenzione metacinematografica, che porta alcuni interpreti a rivestire il duplice (nel caso di D’Arcy, addirittura triplice!) ruolo dell’attore e del personaggio. Perché non è solo un film su Hitchcock. È un film su Psyco. Su quel dietro le quinte in cui sbocciano e maturano le emozioni, prima di andare in scena. E profondamente hitchcockiano, nell’occhio indiscreto dello spettatore che, come il fotografo impiccione di James Stewart, può appagare la sua voyeuristica curiosità, ricostruendo le fasi di lavorazione del film: dalla coraggiosa scelta dell’autoproduzione, alla sua realizzazione definitiva. Passando, ovviamente, per la doccia più famosa della storia del cinema, in cui la Johansson dà letteralmente anima e corpo ad una delle scene più ossessionanti dell’immaginario collettivo.

In Italia dovremmo attendere il prossimo febbraio per vederlo. E varrà la pena. Hitchcock è il ritratto di un uomo che non solo ha reso più intensa la vita. Ma, come scrisse Truffaut, ha reso più intenso il cinema.

D. D. F.