Londra 2012. Le speranza dell'Italia nell'Olimpiade tutta al femminile

Nell’anno del giubileo di diamante della regina Elisabetta, Londra si prepara ad ospitare per la terza volta le Olimpiadi. Per l’occasione la capitale inglese si è completamente rinnovata preparandosi ad accogliere centinaia di migliaia di spettatori e di atleti da tutto il mondo nei 33 impianti sportivi sparsi per la metropoli. Obiettivo principale è riqualificare una parte della città che, a Giochi Olimpici conclusi, verrà restituita alla sua vastissima multiculturale popolazione.

La rappresentazione italiana si presenta a questa competizione molto agguerrita. L’Italia delle speranze, ma soprattutto l’Italia delle donne. La medaglia più attesa ha il nome e il volto di Federica Pellegrini, fuoriclasse del nuoto che tornò quattro anni fa da Pechino con l’oro nei 200 stile libero e che a Londra vorrebbe aggiungere anche quello dei 400. Ma ci sono poi discipline che non tradiscono mai: dalla scherma, con Valentina Vezzali che insegue il quarto oro consecutivo, alla Fossa olimpica delle donne nel tiro a volo. Aspirano all’oro anche il settebello nella pallanuoto, le ragazze del ciclismo su strada dominatrici dei Mondiali e le farfalle della ginnastica ritmica, che devono riscattare l’amara esclusione dal podio di Pechino.
Nell’atletica il marciatore Alex Schwazer, protagonista di un inizio di stagione strepitoso, dovrebbe ripetere il trionfo di Pechino salvo problemi dell’ultimo minuto. Le azzurre della pallavolo che puntano a ripetere a Londra il successo ottenuto in Coppa del mondo. Nella canoa ci proveranno l’immortale Josefa Idem e lo slalomista Daniele Molmenti. Un’altra medaglia la vuole anche l’eterna Alessandra Sensini, regina della tavola a vela. Una medaglia nel tennis, nel tempio di Wimbledon, è il sogno nemmeno tanto nascosto del nostro doppio femminile Errani/Vinci e del duo misto Pennetta-Starace.
Pur non essendo ancora iniziata, l’Olimpiade di Londra ha già messo a segno un record storico. Per la prima volta dalla nascita dei Giochi Olimpici, infatti, tutti i paesi partecipanti avranno almeno una rappresentante femminile. Ad annunciarlo è stato il “Comitato olimpico internazionale”: a differenza di quanto accaduto nel 2008 al Pechino, questa volta anche Qatar, Brunei e Arabia Saudita hanno riconosciuto alle donne il diritto di partecipare alle gare olimpiche. Per questi tre Paesi si tratta di una svolta epocale: prima d’ora, infatti, non si erano mai presentati con una delegazione mista. Ma le buone notizie non arrivano solo dai Paesi arabi. Quelle di Londra saranno le Olimpiadi delle donne anche per diversi altri motivi: sarà la prima volta, ad esempio, in cui la delegazione degli Stati Uniti sarà formata per la maggior parte da donne, rappresentate da 269 atlete.

In queste ultime settimane ciò che colpisce di più l’opinione pubblica non è tanto la preparazione atletica dei campioni delle varie nazioni, ma piuttosto i divieti a loro imposti, provenienti da ogni direzione. Tra i tanti “non si può”, ce ne sono alcuni davvero particolari, che forse trascendono gli aspetti strettamente legati alla competizione. Come per esempio quello sull’utilizzo dei Social Network, che se infranto comporterà una multa davvero salata: 10mila euro per chi li utilizzerà per comunicare informazioni sensibili sul proprio stato di salute e su quello dei colleghi. Il provvedimento, preso dal Coni per non favorire le scommesse, non è però l’unico a insinuare dubbi sull’utilizzo dei Social Network in occasione delle Olimpiadi. Recentemente anche un giornalista sportivo della BBC, David Bond, si era detto preoccupato che il loro utilizzo potesse ridurre le opportunità di contatto con gli atleti, che alle interviste preferirebbero gli aggiornamenti in tempo reale tramite Social Network. Altri provvedimenti molto singolari sono diretti alle giocatrici di beach volley. Per evitare di urtare la sensibilità dei paesi conservatori, che potrebbero non gradire l’idea di mandare le proprie atlete a gareggiare seminude vi è il divieto di indossare sul campo da gioco la classica tenuta di slip e top. Un altro divieto che stupisce non poco è quello che riguarda la sfera privata degli sportivi: è vietato sposarsi, o anche solo intrecciare una relazione, con un residente. Motivo? Evitare che atleti extracomunitari possano richiedere un permesso di soggiorno e stabilirsi in pianta stabile su suolo londinese.

Messe da parte queste curiosità, è arrivato veramente il momento di fare il tifo per i nostri atleti. Ovunque voi vi troviate: in vacanza sotto all’ombrellone, a lavoro con il condizionatore, a casa davanti alla tv, un grande in bocca al lupo a tutti i partecipanti e felici e serene vacanze a tutti i lettori.

M. D. S.