L'Italia si gioca tutto con l'Irlanda. E attenzione al biscotto

“Il biscotto”, in gergo calcistico, è utilizzato quando due squadre si associano a discapito di una terza che subisce un doppio danno. Proprio come le due parti del biscotto.

L’espressione, però, deriva dal mondo dell’ippica, in particolare dagli ambienti delle scommesse clandestine. Il “biscotto” in questione è una galletta impastata con sostanze stimolanti data a uno o più cavalli prima della gara per alterare il risultato della competizione.

In quegli ambienti preparare un biscotto è diventato sinonimo di truccare a proprio vantaggio l’esito di una gara. E con modalità diverse, ma finalità analoghe, è stato adottato nel mondo del calcio. Un biscotto che questa sera all’Arena Gdansk di Danzica, Spagna e Croazia potrebbero sfornare per la nazionale italiana. In spagnolo “galleta”, in croato “biskvit”, cambiando lingua il risultato non cambia.

Vicente Del Bosque, l’allenatore spagnolo, avverte: “Siamo sportivi, e cercheremo la vittoria. Non ho fatto calcoli, non sto lì a pensare se ci serve lo 0-0 o il 2-2, e quali sono le conseguenze di questi risultati. Noi vogliamo vincere, questa è la nostra mentalità”.

La risposta di Buffon non è da meno: “Se a due squadre va bene il pareggio, possono anche pareggiare. Sono affari loro. Meglio due feriti che un morto. Ma ogni tanto anche qualche conto è giustificato farlo”.

Cesare Prandelli con il suo 4-3-1-2 cambia e spera nel miracolo. Tocca alla coppia d’attacco Cassano-Di Natale con Thiago Motta nella trequarti, mentre Abate e Balzaretti agiranno da esterni.

Un déjà-vu lungo 8 anni, che ci porta all’Europeo portoghese nel lontano 2004, mentre un giovane Antonio Cassano, segnava in extremis contro la Bulgaria, la sfida tra Svezia e Danimarca terminò con uno scontatissimo pareggio, o meglio con il classico “biscotto scandinavo”.

La storia purtroppo insegna e fa male. Insomma questa volta i diamanti non c’entrano, “un biscotto è per sempre”.

M. D. S.