“Un giorno tutto questo sarà tuo” di Davide Iodice

Lo spettacolo di oggi è Un giorno tutto questo sarà tuo” diretto da Davide Iodice.

È frutto di un processo creativo condotto da ottobre 2011 a marzo 2012 che indaga il passaggio e l’eredità generazionale, la storia dei vissuti quotidiani.

Iodice porta in scena una drammaturgia del vissuto, che registra emotivamente biografie, memorie, visioni viste nell’esclusivo rapporto fra genitori e figli. A tal proposito il regista ha voluto portare in scena non solo gli attori ma anche i loro genitori.

Punti di vista e prospettive che si affacciano sul passato e sul futuro e che si incontrano nel rassicurante ed intimo rapporto familiare.

Il percorso e le suggestioni proposte da F2 Radio Lab oggi sono:

Lettera al padre di Franz Kafka, Mondadori.

Tu sanguinosa infanzia” di Michele Mari, Einaudi.

Padri e figli” di Ivan Turgenev, Garzanti.

Campi di grano di Van Gogh, immagine che ha in sé il senso della semina e del raccolto di ciò che i genitori cercano di dare ed inculcare.

Come film, invece, si è proposto Il Re leone, in particolare la scena in cui Mufasa mostra al figlio, Simba, il regno che in futuro sarà suo.

Per le suggestioni musicali abbiamo scelto tre brani:

Father and sondi Cat Stevens: brano di una dolcezza disarmante, il tentativo di un padre di tranquillizzare il figlio che si affaccia al mondo, un mondo difficile che comunque può esser affrontato, e che può rendere felici, al quale lui può solo cercare di indirizzare il figlio che deve esser lasciato libero di andare a realizzare i propri sogni.

I say a little prayerdi Aretha Franklin: un testo che ricorda a chi l’ascolta la dolcezza di una carezza e allo stesso tempo la forza che si può trovare nell’appoggio di una persona cara…

un augurio di felicità a chi si vuol bene. Aretha con la forza della sua voce trasmette questo, la totale dedizione verso la persona che ama, pregando per lui in qualsiasi momento, standogli vicina e appoggiandolo.

Come i Beatlesde La Bandabardò: parla di un ragazzo, o forse dell’intera generazione dei ragazzi di oggi, di sognatori che cercano la propria strada, persi su un guscio di noce nel mare aperto, e che usano, per raccapezzarsi in questo marasma, la propria “anima come arma ed il cuore come scudo”. Una canzone di speranza che fa l’occhiolino alla generazione passata, quella dei Beatles, che come quella presente ha cercato un futuro e nella quale la presente riesce per questo a rispecchiarsi.