La scuola di Pont Aven

Il Musée de Pont Aven: una collezione che conta più di 4.500 pezzi fra tele, disegni e documenti della scuola omonima, dal Realismo al Sintetismo, ha riaperto finalmente le porte al pubblico.

In seguito alla chiusura nel 2013 per rinnovare i locali e ampliare gli spazi espositivi, la notizia della riapertura viene accompagnata dalla mostra «Les Rouart, de l’impressionnisme au réalisme magique».

Il museo è dedicato ai pittori della scuola di Pont Aven: Auguste Renoir, Paul Gauguin, Paul Sérusier, Maurice Denis, che nella seconda metà dell’Ottocento si riunirono nella piccola città dal fascino bucolico: Pont Aven, che non a caso fu ribattezzata “la città degli artisti”.

L’elemento di comune insoddisfazione: la civiltà moderna, li spinse sulla punta occidentale della Francia alla ricerca di ispirazione. Tutti si nutrivano della luce del posto, della bellezza del fiume Aven, dei suoi abitanti e delle loro usanze, tutte pregne di assoluta semplicità, venendo accolti dall’hotel Julia che divenne l’edificio principale del Museo inaugurato nel 1985.

Una pittura di idee lontana da quella di natura, forme semplici, colori immediati, uniche grandi campiture alle quali veniva restituito il contorno, ritornava il disegno ma senza prospettiva, e poiché il pensiero guida era il vero visto attraverso il filtro dell’immaginazione, della libertà d’espressione, non ci devono stupire prati rossi, ombre blu. Osare con il colore, non dipingere secondo natura erano gli ideali che guidavano il pennello di Paul Gauguin, Émile Bernard e Paul Sérusier.

Denis riferì infatti che Gauguin spingeva a dipingere così come venivano percepite le cose: «venimmo a sapere che ogni opera d’arte era una trasposizione, una caricatura, l’equivalente appassionato di una sensazione ricevuta».

Fed. Mat.